E’ quasi certo: l’America, con tutta probabilità, recederà dall’accordo sul clima di Parigi. A dichiararlo lo stesso Presidente americano su Twitter. “Annuncerò la mia decisione sull’accordo di Parigi giovedì alle 3.00 pm (21:00 in Italia). Al Giardino delle Rose della Casa Bianca. MAKE AMERICA GREAT AGAIN” twitta Trump… ed il Pianeta… trema.
Clima, il Pianeta a rischio per Trump
L’accordo di Parigi per il clima, siglato nel 2015, dopo lunghissimi negoziati è solo davvero un primo passo per contrastare il cambiamento climatico in atto. Solo per ricordarlo, nella capitale francese, nel corso della ventunesima Conferenza, la Cop21 (il vertice Onu sui cambiamenti climatici) sotto la guida Usa ma con un altro presidente (Obama) aveva deciso di contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, l’impegno a limitare l’aumento di temperatura a 1,5 gradi.
Clima, Cina e Ue contro Trump. La Russia pronta a stralciare accordo
Trump ha deciso di dare fuoco alla Terra, evidentemente. Neppure l’appello di Papa Francesco sembra aver fatto breccia sul tycoon a stelle e strisce. La decisione di Trump di cambiare rotta sul clima, non è di poco conto. Nonostante ci siano Paesi che hanno deciso di contrastarla, come la Cina e la stessa Europa, pesano le parole del Cremlino per bocca del portavoce di Putin, Dmitri Peskov: “La Russia – ha dichiarato Peskov – dà grande importanza” all’accordo sul clima di Parigi, ma “allo stesso tempo va da sé che l’efficacia di questa convenzione sarebbe probabilmente ridotta senza i suoi attori chiave”. Come dire, se gli Stati Uniti hanno deciso di non rispettarlo perché dovrebbe farlo la Russia?
Di per sé, se gli Stati Uniti hanno deciso comunque di cambiare strada sul clima, l’accordo, anche con l’impegno di altri Paesi, verrebbe di per sé vanificato. Anche perché gli Usa restano, comunque, il Paese che inquina di più a livello mondiale e sarebbero davvero vani gli sforzi degli altri in questo senso.
Clima, contro Trump l’Unione Europea
Nonostante tutto, c’è, fortunatamente, chi ha deciso di contrastare Trump. Bill De Blasio, il sindaco di New York, per esempio, è sceso in campo in prima persona contro una “decisione assurda che mette a rischio la salute di milioni di persone”.
Così la Cina continuerà a lavorare con l’Unione Europea al rafforzamento dell’accordo di Parigi sul clima anche se gli Usa dovessero sfilarsi, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying sottolineando, senza mai citare Trump, che “non importa se altri cambiano idea, continueremo a seguire un modello di sviluppo sostenibile”.
Lo stesso presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker, in un incontro a Berlino, sottolineando che i leader europei hanno cercato di spiegargli il processo, nel corso del G7 a Taormina, con “frasi semplici” il presidente Donald Trump, ha detto non senza ironia juncker che, “forse” il presidente Donald Trump non “comprende” bene i termini dell’accordo sul clima di Parigi. Trump pensa di poter ritirarsi “immediatamente” dall’accordo ma ci vorranno “tre o quattro anni anni per uscirne”, ha aggiunto.
Clima, occhi puntati su Casa Bianca
Trump non ha smentito né confermato le fonti rimbalzate per tutta la giornata su siti e tv, intervenendo su Twitter solo per affermare che annuncerà presto la sua decisione. Se alcuni invitano alla cautela, anche perché, a quanto pare, questo Presidente sembra cambi idea anche all’ultimo momento – è accaduto sul Nafta potrebbe accadere anche con il Ttip -, se la strada fosse segnata, la svolta sarebbe epocale. Gli Stati Uniti con Trump mostrerebbero, intanto, un altro volto: quello di una super potenza in grado di modificare gli assetti del Pianeta praticamente passando sopra tutto e tutti e diventando impermeabili a qualsiasi intesa anche quella raggiunta con fatica sul clima. A livello interno, poi, la scelta di Trump segnerebbe una direzione precisa: a favore del controverso stratega di ultradestra Steve Bannon e del capo dell’Epa Scott Pruitt contro, persino, le stesse sollecitazioni della figlia Ivanka, che, pare, abbia più volte invitato il padre-presidente a rispettare l’intesa, con il supporto del segretario di Stato Rex Tillerson.
Proprio Tillerson, secondo quanto riferiscono altre fonti a Washington, starebbe cercando in queste ore di far cambiare idea al presidente. Trump, dalla sua, ha comunque l’ultra destra nazionalista, i repubblicani che lo hanno votato, dalla regione delle miniere in Kentucky e West Virginia che sperano ancora in una ripresa del settore per rivitalizzare l’economia locale, e tutti i petrolieri del globo. Quel che è certo è che sarebbe una decisione orribile per il mondo, per la salute del Pianeta, per l’ecosistema…sarebbe un’ipoteca sul nostro stesso futuro.