Home Punti di vista Federico Moccia: «Cerco l’armonia con la natura»

Federico Moccia: «Cerco l’armonia con la natura»

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Federico Moccia e il suo “Universitari – molto più che amici”, in uscita nelle sale cinematografiche dal 26 settembre, una produzione Medusa Film e Lotus Production. Il film racconta le avventure di sei studenti fuori sede che dividono lo stesso appartamento, una ex clinica abbandonata sulla via Tiburtina, alla periferia di Roma. Tre ragazzi e tre ragazze alle prese con uno dei momenti più importanti della vita quando i sogni, le aspirazioni, le delusioni, il futuro, hanno un sapore tutto speciale. Ecco l’intervista al regista.

Federico, il tuo nuovo film questa volta ha come protagonisti non più liceali ma studenti universitari. Come mai hai scelto di raccontare proprio gli anni dell’università?
Lo trovo un periodo della vita interessante che riguarda ognuno di noi. Un naturale proseguimento della vita di un giovane, il momento in cui finalmente ha la libertà scegliere. Per la prima volta il ragazzo è svincolato dai ritmi imposti dalla scuola. C’è un cambio di ritmo vero e proprio nella sua vita quotidiana. E’ libero di autoregolarsi, di decidere se e quando studiare, non ha più obblighi di orario, impara a gestire il suo tempo, trova il suo personale modo di studiare. Ho già raccontato questa fase della vita nel mio ultimo libro “Quell’attimo di felicità” dove i protagonisti sono due universitari romani. Trovo che il film sia molto legato al romanzo. In Universitari ci sono diversi personaggi, ognuno con una personalità e una storia differente. Hanno in comune la stessa esperienza ma ognuno di loro ha una propria storia e caratteristiche diverse. C’è lo studente di medicina con tanta voglia di divertirsi, l’aspirante ingegnere determinato e prepotente, la studentessa di farmacia insicura, quella di economia un po’ svampita. E poi c’è il giovane regista che studia al Centro Sperimentale di Cinematografia.

Nel cast ci sono attori esordienti e attori come Primo Reggiani, Enrico Silvestrin, Barbara de Rossi, Paola Minaccioni e Maurizio Mattioli.
Sì, ci sono attori con molta esperienza e giovani esordienti. Si è creato un connubio molto interessante tra la gente più esperta e gli esordienti. Uno scambio proficuo tra la capacità degli altri e i giovani attori.

Tu sei molto bravo a raccontare il mondo dei giovani. Molti di loro si immedesimano nei tuoi romanzi, nei tuoi film. Come sei riuscito a trovare, come dire, il giusto linguaggio?
Uno scrittore è uno che segue le cose, che le osserva. Attinge ai propri ricordi, alle proprie delusioni, emozioni. E le emozioni non hanno età. Per Universitari ho cercato di avvicinarmi al mondo degli studenti, ho fatto molte ricerche, tante interviste. Ho passato del tempo con loro per capire di più.

Federico, tu hai frequentato l’università?
Sì, ho studiato legge. Mi piaceva molto e andavo piuttosto bene. Lavoravo e studiavo, non volevo dipendere dai miei genitori. Ad un certo punto però non sono più riuscito a portare avanti le due cose, avevo iniziato a scrivere per la televisione e non ce l’ho più fatta.

Quanti esami ti mancavano?
Cinque.

Pensi mai di riprendere gli studi?
Penso che non mi dispiacerebbe tornare all’università, riprendere a studiare.

Federico, molti ti definiscono lo scrittore dell’amore. Ti fa piacere o pensi che sia un’etichetta scomoda, riduttiva?
Mi fa piacere. L’amore in fondo rappresenta tutto ciò che ci circonda e ha tante forme. Non racconto solo l’amore di coppia, di una relazione, quello è solo uno degli aspetti di un sentimento così complesso.

Dailygreen come saprai è un quotidiano che si occupa di green economy, di ambiente. Nel tuo nuovo film affronti, seppure indirettamente, tematiche green?
No, nel film non affronto questi temi però in effetti c’è un personaggio minore, sensibile a quest’argomento. Ad un certo punto i protagonisti fanno dei colloqui per sostituire uno dei ragazzi della casa e, tra i tanti personaggi che incontrano, c’è questa ragazza molto attenta all’alimentazione, che mangia sano.

Un piccolo accenno al tema insomma. E Federico Moccia, invece, è sensibile all’argomento ambiente?
Cerco di essere armonico con la natura che adoro, soprattutto il mare. Mi adopero al meglio per cercare di stare attento agli sprechi, uso poco shampoo, faccio attenzione a non sporcare e se posso raccolgo la plastica che si trova spesso abbandonata. Amo la natura, in questo momento sono in treno e sto assistendo ad un bellissimo tramonto.

Federico, so che sei sindaco di un piccolo comune, Rosello, in provincia di Chieti.
Sì, è vero. Dal 2012 sono sindaco di Rosello, un piccolo centro di circa trecento persone, e Giuliopoli, una frazione.

E’ un’ottima opportunità che hai per aiutare l’ambiente.
Per quanto riguarda l’ambiente una cosa che abbiamo fatto è portare anche a Rosello la raccolta differenziata. La gente ha subito accolto con entusiasmo l’iniziativa e l’adesione è stata totale. Ora a Rosello ci sono i secchi colorati per i differenti tipi di rifiuti.

E nel tuo quartiere di Roma funziona bene la raccolta differenziata?
Purtroppo no.

Federico, cosa ricicleresti di te e di cosa invece ti libereresti facilmente?
Di me riciclerei la voglia di cambiare, la ricerca costante per nuove cose, la curiosità, la creatività. Farei invece volentieri a meno del mio attaccamento alle cose materiali. Sono troppo attaccato a determinati oggetti e a volte mi è difficile separarmene, se non impossibile.

So che rispondi personalmente ai tuoi lettori e ai tuoi tanti fans che ti scrivono su facebook.
E’ vero. A proposito di amore, ho ricevuto molte lettere di persone che mi ringraziavano del fatto che il mio ultimo libro li aveva fatti tornare insieme. La cosa mi rende molto contento e mi fa piacere pensare che il mio romanzo, “Quell’attimo di felicità”, porti fortuna agli innamorati.

Cos’è per te “quell’attimo di felicità”?
Per me è quando ridi insieme alle persone che ami, quando tutto intorno a te acquista una delicata leggerezza.