Il 13 giugno 1937 nasce a Memphis, nel Tennessee, il sassofonista, flautista e compositore Frank Strozier, il cui nome completo è Frank R. Strozier jr.

I Modern Jazz Two

Figlio di un insegnante di pianoforte, frequenta le scuole superiori dove ha come compagni di studio George Coleman, Hank Crawford, Harold Mabern e Booker Little. Trasferitosi a Chicago nel 1954, segue i corsi di clarinetto al Chicago Conservatory of Music e, dopo aver fatto parte di alcune formazioni dirette da Bill Leen, Bob Cranshaw e Harold Mabern viene scritturato dal gruppo MJT +3 guidato dal batterista Walter Perkins. Con loro rimane fino al 1960. Durante la sua permanenza nei MJT +3, Strozier ha modo di collaborare anche con Booker Little e Willie Thomas, fondando tra l’altro una propria formazione, i Modern Jazz Two. Nel 1961, stabilitosi a New York, intraprende un’attività di freelance e debutta in sala di incisione, registrando un disco per la Jazzland Records. Successivamente entra a far parte del quartetto di Roy Haynes, con il quale suona, pur con qualche interruzione, fino al 1964.

Una fusione tra Coltrane e Parker

Nel 1965 Strozier suona in una tournée nella West Coast al seguito di Miles Davis e successivamente sostituisce Richie Kamuca nel quintetto di Shelly Manne. Nel 1967 suona con la big band di Oliver Nelson. Tornato a New York, all’inizio degli anni Settanta del Novecento prosegue l’attività di sessionman collaborando con Keno Duke ed entrando a far parte della New York Jazz Repertory Company. Strozier nel 1971 viene votato come miglior alto sassofonista nel referendum di Down Beat e tra il 1978 e il 1979 fa parte del quartetto di Louis Hayes, nel quale ritrova il suo vecchio amico Harold Mabern. Della sua lunga e nutrita carriera discografica vanno ricordate anche le incisioni realizzate al fianco di McCoy Tyner, Roy Haynes, Booker Ervin e Shelly Manne. Il critico Sid Lazard descrive il suo suono come «una combinazione di crudezza e tenerezza… simile a una fusione tra Coltrane e Parker».

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".