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G7 Ambiente, Stati Uniti fuori

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G7 Ambiente, Usa fuori da accordo

C’è “rammarico” per la scelta degli Usa di chiamarsi fuori dall’accordo di Parigi, ma i grandi del pianeta sono “tutti determinati ad andare avanti” e ad applicarlo “rapidamente ed efficacemente”. La dichiarazione finale del G7 Ambiente è stata, infatti, adottata all’unanimità. Ma, in una postilla, gli Usa dicono che non aderiranno alla sezione del comunicato sul clima e le banche per lo sviluppo. Quindi, si tirano fuori da Parigi.

G7 Ambiente senza Usa

“Nell’Ue pensiamo che la via da percorrere per il mondo intero – sostiene Vella, commissario Ue per l’ambiente – sia perseguire un’economia più efficiente e a basse emissioni di carbonio, e sono molto lieto che questa opinione sia stata confermata a livello di G7”. Gli Stati Uniti, invece, tirano dritto. Scott Pruitt, in un comunicato, incalza: “Parigi non è la sola strada per fare progressi” e “per raggiungere il consenso”.  La posizione resta “ferma degli Usa nella decisione di uscire dall’accordo di Parigi” e che è stato “riavviato il dialogo sul cambiamento climatico secondo le nuove priorità dell’Amministrazione Trump e le aspettative degli americani”. Gli Stati Uniti, aggiunge Pruitt, hanno formalmente adottato il comunicato finale del G7 condividendo importanti questioni ambientali. Pruitt rileva, anche, nel suo comunicato che “rispetto all’importanza di impegnarsi con alleati di lunga data e partner chiave internazionali, il nostro approccio alle discussioni sul clima è stato forte e chiaro. L’azione di oggi di raggiungimento del consenso rende chiaro che l’accordo di Parigi non è l’unico meccanismo attraverso il quale può essere dimostrata la gestione dell’ambiente. Questo dimostra anche il nostro impegno a un confronto onesto che sia la pietra miliare di un dialogo internazionale costruttivo”.

G7 Ambiente, Italia: un vertice per il dialogo

“Poteva essere un G7 della rottura ed invece è stato il G7 del dialogo”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, a conclusione. Rilevando che “abbiamo lavorato per erigere ponti”, Galletti ha ribadito che per sei dei sette Grandi (esclusi gli Usa) “l’accordo di Parigi sul clima è irreversibile, non negoziabile e l’unico strumento possibile per combattere i cambiamenti climatici” e ha auspicato “in futuro un dialogo con gli Usa”. “Il G7 ha approvato all’unanimità il comunicato. Lo ha fatto in piena condivisione, riconoscendo le diversità delle opinioni”, ha spiegato il ministro.

G7 Ambiente, un accordo a 6

Al G7 Ambiente erano fondamentalmente tre i temi di discussione: rifiuti in mare (marine litter), riciclo ed economia circolare, tassazione ambientale ed eliminazione dei sussidi dannosi all’ambiente. Gli Stati Uniti sono stati rappresentati da un funzionario dell’Epa di seconda fila, Jane Nishida. La partenza di Pruitt dal summit (sebbene prevista da tempo per un incontro con Trump) è stata vista da molti come un segno dello scarso interesse per il forum. Ma, mentre gli Usa, si tirano fuori, fortunatamente altri Paesi son intenzionati a proseguire per una via sostenibile e nel rispetto del Pianeta. La Francia, per esempio, si è detta pronta a ciudere alcuni reattori entro il 2025. “La Francia – ha dichiarato il ministro Nicolas Hulot – si è impegnata a ridurre la quota del nucleare nella produzione di elettricità al 50% entro il 2025; a ridurre i consumi energetici del 50% entro il 2050 e a sviluppare le rinnovabili e quindi chiuderemo un certo numero di reattori nucleari. E la decisione – spiega Hulot – sarà presa prendendo in considerazione tre criteri: la sicurezza, gli aspetti sociali; gli aspetti economici”. Tutto questo, ha assicurato, “sarà accompagnato da contratti di transizione per i dipendenti che lavorano in questi settori. Allo stato attuale non avendo tutti i parametri a disposizione non posso dire quanti reattori saranno chiusi”. Il G7 Ambiente nel suo complesso produrrà circa 250 tonnellate di CO2, emissioni derivate da viaggi e disposizioni logistiche. Ma saranno compensate finanziando istallazioni di solare fotovoltaico in Bangladesh, programmi di sviluppo di energia rinnovabile in Pakistan e di distribuzione di lampade illuminazione a basso consumo in Ruanda. Eppure, il principale risultato di questo vertice a 6 è, in conclusione, aver dimostrato che gli Stati Uniti sono determinati a perseguire la loro strada contro ogni senso comune e rispetto per il Pianeta e per le sue scelte fondamentali per la stessa sopravvivenza.