Home C'era una volta Giuliano Montaldo, da attore a regista d’impegno

Giuliano Montaldo, da attore a regista d’impegno

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Personaggio: SCAPARRO MONTALDO ARBORE RENZO SPETTACOLO

Il 22 Febbraio 1930 nasce a Genova il regista Giuliano Montaldo.

Le prime esperienze come attore

Le sue prime esperienze cinematografiche risalgono all’inizio degli anni Cinquanta quando partecipa come attore in film di Carlo Lizzani, Giacomo Gentilomo, Luciano Emmer e Francesco Maselli. Il suo passaggio dietro alla macchina da presa avviene come aiuto regista di Carlo Lizzani e, soprattutto, di Gillo Pontecorvo. Nel 1961 debutta alla regia con “Tiro al piccione” cui segue, tre anni dopo, “La moglie svedese” uno degli episodi del film collettivo “Extraconiugale”. Nel 1965 al Festival di Berlino riceve il Premio speciale della giuria per il film “Una bella grinta”, in cui punta il dito sulle storture dell’Italia del boom economico.

L’impegno civile e sociale

Il suo impegno artistico va di pari passo con quello civile e sociale dirigendo film come “Gott mit uns” nel 1969, il pluripremiato “Sacco e Vanzetti” nel 1971, “Giordano Bruno” nel 1973, “L’Agnese va a morire” nel 1976, “Il giocattolo” nel 1979, “Il giorno prima” nel 1986, “Gli occhiali d’oro” nel 1987, “Tempo di uccidere” nel 1989 e “Le stagioni dell’aquila” nel 1998. Oltre a dirigere anche una serie di film televisivi di successo non rinuncia a comparire di tanto in tanto nelle originarie vesti di attore in film come “Il lungo silenzio” di Margarethe Von Trotta nel 1993, “Un eroe borghese” di Michele Placido nel 1995 o “Il caimano” di Nanni Moretti nel 2006. Nel 2007 ha ottenuto il Premio Speciale David di Donatello alla carriera.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".