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Il primo album dei Love

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Il 12 marzo 1966 i Love pubblicano il loro primo album, intitolato semplicemente Love. Il disco è edito dall’etichetta Elektra, fino a quel momento specializzata nella produzione folk.

Un buon successo

Non diventa un successo galattico ma contribuisce a far conoscere la band formata nel 1965 dal chitarrista con gli altri chitarristi Johnny Echols e Bryan McLean, con il bassista Kenneth Forssi, il batterista Don Conka e i percussionisti Michael Stuart e Tjay Cantrelli. Al momento della registrazione di Love Don Conka non c’è già più, sostituito da Alban Pfisterer. È solo il primo di un’infinita serie di cambiamenti legati alle evoluzioni musicali di Arthur Lee che caratterizzeranno la vita dei Love. Dopo il secondo album Da Capo del 1967 Pfisterer, dopo essere passato alle tastiere, lascia il gruppo seguito da Cantrelli. I cinque componenti rimasti pubblicano nello stesso anno Forever changespoi scompaiono dalla scena.

Il ritorno

Dopo un silenzio durato due anni, nel 1969 quando ormai tutti li danno per morti e seppelliti, i Love tornano con una formazione nuova composta oltre che da Lee, dal chitarrista Jay Donnellan, dal bassista Frank Fayard e dal batterista George Suranovich e un nuovo album intitolato Four sails. Sostituito Donnellan con Gary Rowles, la band realizza nello steso anno anche il doppio Out here. Non è finita. L’anno dopo i Love con una formazione composta da Lee, Suranovich, Fayard, Gary Rowles e il chitarrista Nooney Rickett pubblica False stat, un album alla cui registrazione partecipa anche Jimi Hendrix. A un nuovo silenzio segue un album del solo Arthur Lee mentre solo nel 1973 arriva l’ultimo album dei Love, intitolato Reel to reel e realizzato da una formazione che, oltre a Lee, comprende i chitarristi Melvin Whittington e John Sterling, i bassisti Sherwood Akuna e Robert Rozelle e il batterista Joe Blocker. Nel 1977 Arthur riformerà la band con McLean, Sterling, Suranovich e il bassista Kim Kesterson ma non pubblicherà altri dischi.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".