Home Eco Culture La cura dell’Arte, tra ironia e poesia

La cura dell’Arte, tra ironia e poesia

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L’artista Giampiero Poggiali Berlinghieri nel suo studio di Firenze

Pensavamo di essere “onnipotenti”, “invulnerabili” ed onnipresenti con le nostre protesi tecnologiche che ci supportano, ci seguono, ci collegano, ci disumanizzano e ci perseguitano ormai dall’inizio alla fine delle nostre vite … invece la comparsa del virus si è ripresa la scena e ci ha improvvisamente fatti sentire provvisori, impotenti, angosciati e soli. Non siamo al sicuro nemmeno dalla nostra colpevole superficialità, dalla nostra coscienza “inquinata”, poiché come ha detto lucidamente Papa Francesco il 5 giugno 2020: “Non possiamo pretendere di rimanere sani in un mondo malato”.

 

9-10-11 Legami- (al tempo del Covid-19). acrilici su tela cm 50×50, 2020

Mai la fame delle arti è diventata così forte come ora

Ora che quasi tutto ci è precluso, improvvisamente ci accorgiamo quanto ci mancano i concerti dal vivo, le mostre, il teatro, le presentazioni di libri, anche il cinema ma tutti insieme … Viceversa mai gli artisti, nella storia, si sono tirati indietro di fronte alla rappresentabilità immaginaria di emozioni, desideri, sensazioni e addirittura di minuscoli aggressori così letali da decimare la popolazione, destabilizzare la cultura, l’economia, i rapporti sociali. Innegabilmente questa pandemia (inaspettata ma non imprevedibile) che oggi ha imposto l’urgenza di un progetto che tenga conto dell’inaffidabilità della strategia della globalizzazione economico finanziaria, esige la revisione di alcuni dei postulati su cui si è sviluppata l’era industriale, per esempio la livellante (culturalmente parlando) ed iniqua società dei consumi. Solo le arti, con la loro carica simbolica, possono ancora tessere percorsi sopra questi strappi e ridarci un senso, una direzione più creativa, possono farci da guida e darci conforto, indirizzandoci nonostante tutto, verso un cambiamento sostanziale e più sano di paradigma.

Esemplare la vitalità artistica di Giampiero Poggiali Berlinghieri, classe 1936

Ricordando che il 75% dei malanni che sono emersi nelle ultime decadi sono zoonosi, sempre l’Oms ritiene che una delle più grandi conseguenze del cambiamento climatico sia proprio l’alterazione dei processi di trasmissione di malattie infettive … il nostro artista ha contribuito ad una visione simbolica dei fatti con una lunga serie di opere appartenenti ad un ciclo intitolato Legami – (al tempo del Covid-19) nelle quali, come in una supervista, forse attraverso una strana lente/occhio che ci osserva ambiguamente mentre guardiamo, si possono vedere le battaglie tra quella che sembra essere la rappresentazione di una cellula umana, contenente anche frammenti di varia animalità, attaccata da un aggressore sottile, virale, filamentoso. Oppure, quel filo può riferirsi ad un tentativo di collegare, legandole appunto, gli spessori di vite frantumate di animali da laboratorio e/o vittime sacrificali negli allevamenti intensivi e violenti, nel tentativo di ricostituire un’unità perduta, un’alleanza tra umano e bestiale dopo l’attacco venefico (dal latino vīrus “veleno”).

LIBRI

C’è molta poesia ed ironia insieme, anche nella scelta stessa del titolo di queste opere in una lunga sequenza (riportiamo qui in foto solo i numeri 9, 10 e 11) infatti spostando l’accento – legàmi/lègami – si allude quasi ad una dipendenza morbosa, come la richiesta di un legame amoroso, come a volte avviene, scatenato o come reazione all’ineluttabilità della paura. Come dice l’artista stesso nelle sue riflessioni:

  • La pandemia provocata dal coronavirus, l’isolamento per proteggersi, non uscire di casa, isolarsi da tutti, mi ha fatto riflettere di quanto sia preziosa la salute e la libertà, ma ottimista nato, non ho mai perso la speranza, concentrandomi sul mio lavoro “Al tempo del covid-19”.
  • Nel mio fare artistico, pur mantenendo la più ampia libertà espressiva, non ho mai tradito alcuni valori estetici basilari, relativi alla qualità della pittura e della scultura nella sintesi e nella purezza della forma, vuoi astratta vuoi immaginativa nel rimando alla realtà. E presumo di aver sempre affidato alle mie partiture, anche in quelle che si avvalgono di media elettronici, il velo sottile della poesia, che di volta in volta si materializza secondo lo stato d’animo attraversato. Ho inoltre cercando sempre di dare alle forme che “scopro” una valenza ironica, ma forse meglio direi una leggerezza giocosa, che riflette la mia visione positiva dell’esistenza prima che dell’arte. Ciò anche quando risultano in piena evidenza i rimandi al contesto sociale.

Altre immagini di questa serie: – https://www.pinterest.it/janpoghier/parole-pesanti/

“La scienza ci salverà”

Interessante il fatto che appena nel 2019 l’artista abbia sentito la necessità di innalzare una scultura dal titolo “La scienza ci salverà” in omaggio –Ai medici ed agli Infermieri che si sono distinti per esemplare impegno, senso del ruolo ed orgoglio di appartenenza nel fare grandi gli Spedali Riuniti di Pisa – posta dalla Fondazione Arpa il 3 maggio 2019 nella rotonda davanti agli ospedali di Cisanello, (Pisa).

LA SCIENZA CI SALVERA’

E’ questa una significativa grande installazione scultorea permanente, alta oltre sei metri, eseguita in ferro e acciaio colorato, animata da un motore rotante e luci led e, la Fondazione Arpa, è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (O.N.L.U.S.) nata nel 1992 da una iniziativa del Prof. Franco Mosca all’epoca Direttore della Divisione di Chirurgia generale e Trapianti dell’Università di Pisa, per promuovere la ricerca e la formazione nei vari campi della Sanità – In questo link si leggono i dettagli sull’opera – http://fondazionearpa.it/la-scienza-ci-salvera/

  • Si tratta di un impianto ovoidale composto da due ponti affrontati in verticale, tra i quali si attorce la doppia elica del DNA che da terra, portata da una molecola, si sviluppa idealmente all’infinito. I ponti rampanti riproducono la struttura modulare auto-portante che Leonardo da Vinci, il suo inventore, disse “salvatica” ossia utile a superare in modo agile una difficoltà ambientale, come attraversare un fiume. Nel quinto centenario della scomparsa del genio di Vinci, l’opera intende anche celebrare l’uomo di scienza e d’arte nel segno del suo “ponte salvatico” diventato anche simbolo dell’emergenza ecologica ricordata in tutto il mondo con l’Earth Day il 22 aprile. Per la loro destinazione simbolica i ponti salvatici, posti in verticale, sono una parte di colore azzurro a indicare metaforicamente l’acqua e il mare, una parte grigio chiaro a indicare il cielo e l’aria. Si intende così lanciare un messaggio, per sensibilizzare circa i gravi pericoli che incombono sul nostro pianeta. La molecola e la doppia elica del DNA che da essa si diparte svolgendosi verso l’alto, sono evidentemente bìos, la vita, e il codice della biodiversità che ne garantisce la continuità nell’equilibrio degli elementi ambientali sul piano planetario. Alla scienza e alla ricerca si guarda con ammirazione e speranza, considerandola il “ponte salvatico”, per affrontare e superare i guasti ormai minacciosi per l’intero sistema naturale che la “fabbrica” umana ha determinato in quei delicati equilibri.

Cinquant’anni in un battito d’ali

Con a pubblicazione del volume “50 Anni in un battito d’ali: Giampiero Poggiali Berlinghieri” a cura dell’Archivio Carlo Palli, con la collaborazione della Fondazione Opera Santa Rita di Prato, si sancisce il successo di una vita dedicata alla ricerca – “L’arte è al livello più alto del pensiero immaginativo, come la scienza al livello più alto del pensiero razionale.” Giulio Carlo Argan (da Storia dell’arte italiana)

Giampiero Poggiali Berlinghieri nasce a Firenze 17 luglio 1936 e le sue opere spaziano dai dipinti alle installazioni; sempre intrise di «connotati fantastico-favolistici», come si legge su https://it.wikipedia.org/wiki/Giampiero_Poggiali_Berlinghieri contenenti spesso reminiscenze di pop art o del secondo futurismo, in specie dei «giocattoli» di Fortunato Depero. Un suo autoritratto fa parte della raccolta degli autoritratti della Galleria degli Uffizi. Negli anni Ottanta, l’allestimento di due importanti esposizioni, nell’88 al Palazzo dei Diamanti di Ferrara e nell’89 a Palazzo Strozzi (La nuova Strozzina) di Firenze, segna due momenti antologici dell’attività dell’artista.

volume “50 Anni in un battito d’ali Giampiero Poggiali Berlinghieri” a cura dell’Archivio Carlo Palli

Gli anni Novanta, con il volume monografico a cura di Pierre Restany Poggiali sculture e installazioni 1969-1995 edito dal Museo Civico di Taverna. Fa seguito l’installazione Simposio del 1996 al Museo Marino Marini, patrocinata dal Comune di Firenze. Opere interattive multimediali di luce e movimento 1988 2006 con testo di Valerio Dehò. Nel 2007 sempre per Morgana Edizioni, Nell’attualità dell’arte 17, esce il volume Audioritratto a cura di Alessandra Borsetti Venier, con testo di Alessandro Vezzosi. “Sculture solari e opere ecologicamente compatibili”, video-catalogo della collana Risguardi n. 2, Morgana edizioni. Nel 2013 l’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento gli conferisce la laurea “honoris causa”.

Del 2014 l’installazione “Infinito” Centro Culturale Fidia, Città della Pieve (PG). Poi sempre nel 2014 a cura di Nicola Micieli e Alessandra Borsetti Venier, esce Il volume di 340 p. che comprende 14 sezioni tematiche. Nel 2016 nello Spazio Glicine di Firenze la personale di Poggiali Berlinghieri è presentata da Corrado Marsan. Nel 2018 edito dall’Archivio Carlo Palli esce il libro 50 anni di attività artistica di Giampiero Poggiali Berlinghieri. – Quattro tesi di Laurea sono state dedicate all’opera di Poggiali Berlinghieri.

Nella sua casa/studio di Firenze, in via F.lli Stuparich,11 – sono presenti lavori di pittura e scultura dagli anni 60 ai nostri giorni, visitabile su appuntamento telefonando ai numeri tel. 055 319519 – 339 8771684.

https://www.facebook.com/poggialiberlinghieri/?modal=admin_todo_tour

 

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Carla Guidi
CARLA GUIDI – www.carlaguidi-oikoslogos.it Giornalista pubblicista, iscritta ODG Lazio, ha collaborato per più di 10 anni con il settimanale (in cartaceo) “Telesport”, adesso collabora con alcune testate e riviste periodiche online, tra queste “Abitare a Roma”, “ll Paese delle donne”, “Lazio ieri ed oggi”, “About Art online” e “Daily Green” ove è in redazione. Conseguito il diploma superiore di Accademia di Belle Arti di Roma, sezione pittura (tenuto dal maestro Gentilini), è docente di Disegno e Storia dell’Arte nelle scuole pubbliche, medie superiori. Si è occupata di Computer Art dal 1981 e sue immagini sono state pubblicate nel volume Computer image di Mauro Salvemini (Jackson Libri, 1985). Ha gestito la Galleria d’Arte “5x5” in via Garibaldi in Trastevere negli anni ’70/’80 insieme a Rinaldo Funari ed ha organizzato varie mostre, manifestazioni e convegni anche presso istituzioni come la Casa delle Donne, la Casa della Memoria e della Storia di Roma, alcune Biblioteche comunali di Roma ed un Convegno di sociologia a Bagni di Lucca. Dal 1975 si è avvicinata alla psicoanalisi e dal 1982 è stata accettata dalla Società italiana di psicodramma analitico – SIPSA in qualità di membro titolare. In seguito ad una formazione quinquennale con trainer internazionali, ha svolto attività di collaborazione presso la Società Medica italiana di Analisi Bioenergetica SMIAB ed è divenuta membro titolare dell’International Institute for Bioenergetic analisys di New York, rimanendo iscritta fino al 1995. Attualmente è stata invitata più volte a relazionare in Convegni Nazionali ANS alla Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione. Ha scritto alcuni libri sulla memoria storica quali Operazione balena - Unternehmen Walfisch sul rastrellamento nazista del 17 aprile 1944 al Quadraro, giunto alla sua terza edizione (Edilazio, Roma 2013); Un ragazzo chiamato Anzio sulle vicende dello sbarco alleato del 1944, alla sua seconda edizione (A. Sacco, Roma 2013); Estetica anestetica - Il corpo, l’estetica e l’immaginario nell’Italia del Boom economico e verso gli anni di Piombo (Robin Edizioni, Torino 2018). Sempre per Robin Edizioni nel 2019 ha pubblicato il libro socio-fotografico in collaborazione con Valter Sambucini e con la presentazione di Franco Ferrarotti, Città reali, città immaginarie - Migrazioni e metamorfosi creative nelle società nell’Antropocene tra informatizzazione ed iper/urbanizzazione, con i contributi del giornalista e sociologo Pietro Zocconali, Presidente A.N.S, dello storico dell’arte Giorgio Di Genova, dello scrittore Roberto Morassut e del Presidente dell’Ass. Etica Massimo De Simoni. Una sezione del libro approfondisce la grande diffusione della tecnica del tatuaggio, valutandone aspetti storici, sociologici ed artistici, con i contributi dello scrittore Eliseo Giuseppin ed una intervista all’artista Marco Manzo. Ha curato insieme allo storico dell’arte Giorgio Di Genova, l’esposizione online Quintetti d’arte dal 06/04/2020 al 31/08/2020, con una parte, Vetrina dell’invisibilità, dedicata agli artisti che hanno rappresentato visivamente la tragedia della pandemia. Di questo progetto nel 2021 è uscita l’edizione in cartaceo (Robin Edizioni, Torino). Appena uscito il libro - Lo sguardo della Sibilla. Dal Daimon all’Anima Mundi: la poetica di Placido Scandurra (Robin editore 2022) - http://www.robinedizioni.it/nuovo/lo-sguardo-della-sibilla. Al suo attivo anche alcune pubblicazioni di poesia su tematiche ambientali: Ha curato, insieme a Massimo De Simoni, l’antologia I poeti incontrano la Costituzione (Ediesse, 2017) -