Il 7 maggio 1997 l’Italia si dota di una legislazione sulla tutela della privacy, cioè della vita privata e del diritto alla riservatezza dei cittadini.

Una legge tardiva

«Se non lede il diritto di altri la mia vita privata è un fatto personale e riservato». Sembra una frase ovvia, ma per lungo tempo in Italia non è stato così. La nuova legge istituisce la figura del Garante con il compito di controllare e coordinare la raccolta e la diffusione dei dati personali per rispettare i diritti, le libertà fondamentali e la dignità delle persone. Il cittadino che ha il sospetto di essere stato schedato da enti pubblici o privati può chiedere al Garante di verificare se tale schedatura violi il suo diritto alla riservatezza.

Che cosa è vietato?

Secondo la legge non possono essere divulgati i dati personali che rivelano origini razziali ed etniche, convinzioni religiose e idee politiche. È vietato anche rendere pubblici i dati personali sulla salute e sulla vita sessuale, se non per finalità di prevenzione e di accertamento. Ugualmente vietato è l’utilizzo di dati e notizie del casellario giudiziario, con l’eccezione di rilevanti finalità pubbliche e sempre con il permesso del Garante.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".