Tra questi il supplì di riso Carnaroli, ossobuco alla romana con zafferano e sentori di timo, il tipico fritto romano al telefono in versione più gourmet con il suo ripieno semiliquido; alla voce antipasti anche il tris di crocchette con patate viola, tartufo e maionese allo zenzero. Immancabile la Carbonara e, sebbene la sua ricetta resti tale, con un grande lavoro che mantiene inalterato il sapore del guanciale di Norcia e la cremosità, è stata messa a punto una seconda versione vegetariana che gioca sulla croccantezza delle verdure dell’orto e sulla sapidità della polvere di cappero. La particolarità sono i tagli di pasta utilizzati, un po’ più insoliti rispetto al solito formato, mentre come vezzo Mirko ha voluto marinare il tuorlo e dare ariosità al piatto con una spuma di pecorino, mantenendo inalterati i sapori originari e concentrandosi sull’estetica. Nella postazione esterna è stata costruita una brace a vista, a fianco al forno a legna utilizzato per la cottura della pizza e del pane, con esposizioni di vari tagli di carne fresca, dalla Danese all’Argentina oppure il galletto cotto precedentemente a bassa temperatura e rigenerato proprio sul fuoco. Dalla cucina rispondono con un tentacolo polpo caramellato e brasato con una cottura molta lenta nei suoi stessi umori.
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