Home C'era una volta Max Fabiani, l’architetto goriziano che licenziò Hitler

Max Fabiani, l’architetto goriziano che licenziò Hitler

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Il 29 aprile 1865 nasce a Kobdil presso San Daniele del Carso, l’architetto goriziano Max Fabiani, un geniale progettista che dal 1894 al 1896 è allievo di Otto Wagner e suo collaboratore per il progetto della metropolitana di Vienna.

Un apprendista non privo di talento

Quando lascia lo studio di Wagner resta a Vienna dove nel 1900 progetta il magnifico palazzo della ditta “Portois & Fix” nella Ungargasse, nel 1901 la casa Artaria al Kohlmarkt e nel 1910 il planetario Urania. Negli anni Dieci assume come apprendista nel suo studio l’allora ventenne Adolf Hitler, un giovanotto che lui ricorda “non privo di qualche talento”.

Scarso rendimento

L’aspirante architetto di Braunau, però, non è molto disciplinato e al lavoro preferisce le discussioni sul pangermanesimo che disturbano l’ufficio. Fabiani che antepone il lavoro alle chiacchiere decide di licenziarlo per scarso rendimento. In un’intervista rilasciata alla fine degli anni Cinquanta dichiarerà: «Non l’avessi mai fatto! Avremmo avuto un mediocre ma pur sempre passabile disegnatore tecnico in più e un programmatore di guerre mondiali e di campi di sterminio in meno!». Muore a Gorizia il 14 agosto 1962 alla veneranda età di novantasette anni.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".