Scoccata la metà di giugno, nella fresca estate svedese, la natura esplode di vitalità e il sole non tramonta mai. E cosi che, in un climax di luce perenne, anche gli stessi scandinavi – in piena sintonia con il variare dei ritmi solari – richiamano il loro inno alla vita in una festa bucolica e piena di allegria: il Midsommar.
Midsommar, in campagna tra corone di fiori e danze
Dopo il Natale, la festa di Mezza Estate è la ricorrenza più importante di tutto il calendario svedese. Durante il Midsommar, infatti, le città svedesi si svuotano interamente alla volta del verde delle campagne. Per l’occasione, i negozi chiudono le serrande e tutti gli abitanti si recano nella silenziosa periferia campestre dove, indossati gli abiti colorati voluti della tradizione, apriranno le danze per celebrare la natura.
I segreti del successo di questa festività molto green sono, infatti, le corone di fiori tra i capelli e soprattutto i pittoreschi e comunitari balli intorno al majstång, una sorta di ‘albero’, florealmente decorato, intorno al quale è d’obbligo volteggiare tutti in cerchio cantando ritornelli popolari.
E’ la commemorazione della leggerezza e del ritorno della vita all’aria aperta: ragazze che intrecciano ghirlande di fiori, tra sorsi di grappe locali e assaggi di aringhe marinate, fragole e panna e, ancora, adulti e bambini che, tra saltelli e canti a squarciagola, non si perdono d’animo nello sfidarsi a Kubb, il popolare gioco di origine vichinga che consiste nel cercare di abbattere i blocchi di legno della squadra avversaria lanciando dei bastoncini.
La festa della fertilità
Tra le numerose leggende collegate al Midsommar, quella più famosa suggerisce, a tutte quelle ragazze in cerca dell’amore, di raccogliere ben nove varietà di fiori di campo e di metterli sotto il cuscino prima di andare a dormire: sarà così che, durante la notte, avranno la fortuna di sognare il loro futuro sposo.
La festa di Mezza Estate, infatti, affonda le sue origini in un rito pagano di celebrazione della fertilità: nel passato, questa tradizione tipicamente svedese ricadeva, infatti, proprio nel momento esatto in cui si riteneva che l’influenza del sole e della terra raggiungesse il culmine sulla potenzialità riproduttiva.
