Stagione delle ostriche della Louisiana è iniziata ma, dopo il disastro della Deepwater Horizon del 2010, non ci sono più molte ostriche in giro. “Non riusciamo a trovarne”, sottolinea anche Brad Robin, un pescatore della Lousiana Oyster. “Sembra – continua – che non ci sia più vita là fuori”. Nel Mississippi, le barche da pesca che prima riuscivano a catturare 30 sacchi di ostriche al giorno, tornano a casa con meno di una mezza dozzina di sacchi a bordo.
Dopo Deep Horizon anche le ostriche a rischio
Non sono solo le ostriche ad essere a rischio. L’intera industria della pesca è stato colpita, con perdite per gamberi e frutti di mare dopo aver scoperto anche molluschi con deformità mostruose. Birren sottolinea che, ormai, i problemi riguardano tutti i settori della pesca non solo quelli della pesca con i granchi. Anche per quello che si incontra in mare.
“Abbiamo visto pesci con palle di catrame negli stomaci. Personalmente ho pescato una cernia con palle di catrame il mese scorso”.
Secondo Birren, molti pescatori nella sua zona si stanno arrendendo. “Stanno tentando di lasciare il proprio lavoro”, sostiene.
Il recupero dell’ecosistema è un processo lento. Ed Cake, oceanografo e biologo marino, sottolinea che ancora non si è ripopolata la popolazione di ostriche delle zone colpite dalla fuoriuscita di greggio del lontano 1979, si pensi a che disastro ha compiuto la Deep Horizon. Ci vorranno decenni prima che le ostriche tornino a ripopolare l’oceano.