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Pesca indiscriminata, al via una gestione sostenibile degli Oceani

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La pesca indiscriminata, saccheggio irresponsabile di pesci nelle acque di tutto il mondo, sta portando irrimediabilmente verso il depauperamento della vita negli oceani con conseguenze catastrofiche sull’equilibrio dell’ecosistema e sull’alimentazione umana. L’allarme, lanciato più volte dagli scienziati, sembra essere stato accolto.

La pesca indiscriminata mette in pericolo il pianeta

Gli ultimi dati dell’Onu sul depauperamento dei mari risalgono appena a qualche mese fa e tracciano una situazione davvero poco confortante: i pesci potrebbero sparire entro il 2050. L’ecologista ed epidemiologo Christopher Golden, insieme ai suoi colleghi, hanno calcolato infatti, che il calo della fauna marina segnerà un grave aumento di malnutrizione in molte nazioni in via di sviluppo e metterà in pericolo il delicato equilibrio dell’ecosistema.

I pesci, come è noto, sono fonti cruciali di micronutrienti e un miliardo di persone dipendono proprio da loro come fonte principale di proteine.
Il settore della pesca contribuisce in misura rilevante alla sicurezza degli approvvigionamenti mondiali, eppure, in assenza di regole condivise e di controlli, tutto ciò potrebbe essere messo seriamente in discussione. La salute del nostro pianeta, così come la nostra salute e il futuro della sicurezza alimentare, dipendono da come trattiamo e tratteremo, il mondo degli oceani.

In seconda analisi non si può ignorare l’aumento esponenziale dell’inquinamento dei mari: in California, solo per fare un esempio, dosi eccessive di metalli pesanti sono stati trovati nella stessa quantità sia analizzando i pesci che vivevano a poca distanza da piattaforme petrolifere sia in quelli che vivevano in siti del tutto naturali. L’allarme fu lanciato da una ricerca effettuata nel 2104, i cui risultati sono stati pubblicati sul bollettino delle Scienze Marine. La ricerca, guidata da Milton S. Amore, biologo marino della University of California, ha comportato la raccolta di 196 pesci da cinque piattaforme petrolifere diverse e 10 aree naturali. I campioni sono stati prelevati in 19 siti tra il Canale di Santa Barbara a Santa Cruz, Anacapa, e Catalina.

Gli oceani oggi sono minacciati su tutti i fronti, dall’innalzamento delle temperature alla distruzione degli habitat, dall’inquinamento alle attività collegate alla pesca.

I giganti dell’industria ittica avviano una gestione sostenibile degli oceani

pescaPer la prima volta dopo innumerevoli richiami ampiamente documentati dagli scienziati, otto tra le più grandi aziende del comparto ittico aprono una collaborazione con il Stockholm Resilience Centre e si dicono disponibili a rivedere le politiche distruttive che hanno caratterizzato da sempre l’intero comparto della pesca. L’istituto di ricerca dell’Università di Stoccolma è riuscito infatti a coinvolgere le più grandi compagnie del settore: il Maruha Nichiro Corporation e la Nippon Suisan Kaisha Ltd, tra le più grandi in termini di fatturato, La Thai Union Group PCL e la Dongwon Industries, nel mercato del tonno, i due più grandi allevatori di salmoni  e le due più grandi compagnie produttrici di alimenti per l’allevamento di pesci, crostacei e molluschi.

I loro leader hanno firmato un documento che si pone come obbiettivo quello di favorire la partecipazione delle maggiori aziende mondiali alle sfide globali per la sostenibilità al fine di giungere ad una svolta nella gestione degli oceani e mettere al centro della filiera ittica trasparenza e tracciabilità, impegnandosi allo stesso tempo a combattere la pesca di frodo e altre pratiche illegali.

Le aziende si sono impegnate inoltre a ridurre l’emissione di gas serra, l’utilizzo di antibiotici e di plastica, a combattere il lavoro coatto e quello minorile, ad aumentare lo scambio di informazioni e la collaborazione fra industria, società civile e autorità di controllo.

Il documento, reso pubblico solo oggi, è stato redatto in un meeting che si è svolto dall’11 al 13 novembre scorso alle Maldive presso il Soneva Fushi Resort, con il patrocinio di Sua Altezza Reale la Principessa Victoria di Svezia, in rappresentanza delle Nazioni Unite per gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli scienziati si confronteranno nuovamente sul tema a Stoccolma la prossima primavera.

La richiesta di un cambiamento sostanziale nel mondo della pesca, venuta sostanzialmente dal mondo della scienza,  ha avuto un risultato estremamente positivo ed è sfociato in un confronto tra gli amministratori delegati, vertici di importanti società ittiche, scienziati ed esperti dell’industria ittica.

La chiave del successo, secondo gli organizzatori, è da ricercarsi anche nella disponibilità delle tecnologie, come ad esempio le piattaforme dove condividere dati relativi alla pesca illegale e tecniche di tracciabilità del pescato.