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Professione Copywriter, parla Benedetto Motisi

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Copywriter
Il mestiere del copywriter nelle parole di Benedetto Motisi

Il progresso delle tecnologie digitali e lo sviluppo di Internet negli ultimi anni hanno fatto si che evolvessero non solo gli stili di comunicazione della pubblicità o dell’editoria ma anche e soprattutto il sorgere di nuove professionalità legate al mondo del Web. Senza dubbio, il mestiere di copywriter costituisce uno spaccato particolarmente significativo da questo punto di vista e, per approfondire la tematica, Daily Green ha intervistato Benedetto Motisi, noto copywriter italiano, che ci ha spiegato meglio cosa si intende quando parliamo di questo mestiere.

Copywriter? Benedetto Motisi spiega

Innanzitutto Benedetto, grazie della tua disponibilità. Volevo chiederti, in prima battuta, che tipo di studi e formazione deve possedere un copywriter?

Grazie a te per aver considerato me! Per rispondere subito alla domanda, non esiste una vera e propria scuola istituzionale di copywriting. Si, ci sono invece tanti corsi e workshop nelle più disparate declinazioni (scrittura creativa, persuasiva, immersiva, ho visto anche qualcuno che parlava di “ipnotica”). Da bravo libertario, credo che questa sia la forza di una professionalità tanto creativa, l’assenza di un ente uniformatore calato dall’alto. Certo chi ha una forma mentis più scientifica magari odia scrivere, ma finisce che parliamo di emisferi celebrali e altra roba da Superquark (che adoro). Personalmente ho fatto Scienze Politiche – facoltà buona per imparare a leggere il giornale (citazione da un mio professore al primo giorno) – ma conosco ottimi copy che vengono anche da campi totalmente differenti. Diciamo che la vera formazione è dove meno te l’aspetti. Anche nei vituperati fumetti. Tutto quello che comunica qualcosa può aiutare a formarti.

Come hai iniziato la tua carriera di copywriter e di Seo? Che tipo di skills professionali sono necessarie per svolgere il lavoro di copywriter?

Ho iniziato “in forma analogica” sul cartaceo ma, sono sincero, siccome è un settore economicamente in implosione, il salto nel Web (con Html.it) mi ha dato le basi della SEO, che poi è diventata la mia attività principale – ad oggi la mia competenza principale, dato che non mi voglio fermare, che diamine! Skills necessarie? Beh, io darei +5 alla Resistenza che non si sa mai… nerdate a parte, IMHO (in my humble opinion) sono 3 le immancabili doti del markettaro: pensiero laterale anzi, quasi deviato; capacità di stare sempre sul pezzo; e tantissima fame. Se smetti di avere idee e ti senti arrivato è finita. Bisogna sempre avere “l’urgenza” della squadra che sta sotto 1-0 all’89esimo e che deve segnare. Pure se pensi di vincere 5-0.

Parliamo un momento di Seo. Ti va di illustrare in poche righe a neofiti del campo (come il sottoscritto, per esempio) di che cosa si tratta?

La SEO Search Engine Optimization, ottimizzazione sui motori di ricerca – racchiude in sé tutte le attività per rendere visibile un sito sul canale Search (quindi Google, in Italia e in gran parte dell’Occidente) del Marketing.

L’assunto è: “Se sei in prima pagina per una query – domanda – di un utente nel momento più alto in cui sta cercando qualcosa e ti fai trovare con il tuo prodotto/servizio – offerta – allora hai davvero ottime possibilità di aver trovato un cliente. Questa la teoria. La pratica è molto più sanguinolenta, assicurato!

Come vedi gli sviluppi futuri della tua professione di copywriter? In altre parole, in un settore già altamente tecnologico, quali possono essere gli ulteriori fattori di innovazione?

Parafrasando il copywriter Michael Miller, nell’era dell’informazione e nel Web dei contenuti ora più che mai c’è bisogno di chi sappia scrivere per emozionare, per persuadere, per emergere da un rumore di fondo che è un casino peggio che a un concerto dei Rammstein (che adoro più di Superquark, scusate Piero e Alberto). L’innovazione per il copywriter sta nel dover integrare la propria attività con video e immagini – la famosa multimedialità che come termine girava già nei CD-ROM di scuola, roba davvero da preistoria – ma ad oggi, soprattutto con l’accesso dei device mobili; immancabile. Inoltre, il copywriter è più che maiI pioniere di una lingua in costante evoluzione e commistione: in Italia siamo ancora tanto attaccati all’idea “nobile” della comunicazione, ma la realtà vincente è quella iper-pop americana. Qui tocca comunicare efficacemente, non prendere 10 ai temi di scuola.

Hai appena pubblicato un libro per la Dario Flaccovio intitolato Interceptor Marketing. Qual è lo scopo che ti ha mosso a impugnare la penna e scrivere un volume su un argomento che, ai più, può sembrare arabo?

A parte che ho impugnato la tastiera, che ho una grafia davvero terrificante, roba che a volte dovrei chiamare Indiana Jones per tradurla. Ad ogni modo, per restare in tema di incomprensibilità, l’idea è proprio quella di localizzare quello che faccio anche a chi non è del mestiere. Certo con una marea di citazioni dal mondo pop di cui sopra, ma quello è un po’ il mio marchio di fabbrica. Ad esempio il titolo stesso Interceptor Marketing è un rimando a un vecchio film con Mel Gibson, MadMax, da cui l’auto in copertina. E davvero, è più fico guardare il film che leggere il mio libro (una volta tanto è il contrario). Scherzi a parte, spero sia d’aiuto a molti! Intanto ti ringrazio per l’intervista e a te per averla letta, ce ne vuole di pazienza!