Home C'era una volta Sam Donahue, un capo orchestra stimato anche come strumentista

Sam Donahue, un capo orchestra stimato anche come strumentista

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Sam Donahue, un capo orchestra dal grande talento anche come strumentista

Il 22 marzo 1974 muore a Reno, in Nevada, il sassofonista Sam Donahue, uno dei personaggi significativi del jazz orchestrale.

Un’orchestra ceduta e poi ripresa

Nato a Detroit, nel Michigan, l’8 marzo 1918 forma la sua prima orchestra, composta di giovani e brillanti elementi, a Detroit, nella seconda metà degli anni Trenta, ma la cede poco dopo a Sonny Burke, allettato da un lauto ingaggio offertogli da Gene Krupa. Resta con Krupa due anni, fa brevi apparizioni con le orchestre di Harry James e di Benny Goodman, poi chiede a Burke di restituirgli l’orchestra che nel frattempo ha ottenuto una lucrosa scrittura al Roseland di New York e un contratto con la casa discografica Okeh. Burke mette la richiesta ai voti e i musicisti l’approvano. Donahue torna a guidare la sua vecchia orchestra. Chiamato alle armi nel 1944 sostituisce alla guida dell’orchestra della marina Artie Shaw che era stato congedato.

Grande talento

Terminato il servizio militare forma un’orchestra composta prevalentemente di suoi vecchi musicisti e imperniata sui dinamici arrangiamenti e sul poderoso sassofono del suo leader. Problemi di gestione ne determinano lo scioglimento dopo qualche anno. Suona quindi per breve tempo con Tommy Dorsey, poi dirige una propria formazione fino al 1954, quando Ray Anthony gli affida la direzione dell’orchestra di Billy May che aveva da poco rilevato. Alla fine degli anni Cinquanta è ancora a capo di una propria formazione, poi si unisce a Stan Kenton. Nel 1961, gli eredi di Tommy Dorsey affidano a lui la direzione dell’orchestra dello scomparso band leader, e anche in questo caso svolge un eccellente lavoro. Musicista dotato di grande talento e assai stimato come arrangiatore è anche un grande strumentista dal suo tono caldo e lo stile vigoroso.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".