Home C'era una volta Sonny Greer, dal biliardo alla batteria

Sonny Greer, dal biliardo alla batteria

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Il 13 dicembre 1903 nasce a Long Branch, nel New Jersey Sonny Greer, lo storico batterista dell’orchestra di Duke Ellington. Secondo di quattro figli, sua madre è una sarta e suo padre un elettricista, viene registrato all’anagrafe con il nome di William Alexander Greer.

Lezioni di batteria pagate con lezioni di biliardo

Scavezzacollo e gran giocatore di biliardo impara le prime tecniche della batteria da Eugene Holland, il batterista dello spettacolo di vaudeville di J. Rosamond Johnson che si trovava per caso nella sua città. Holland accetta di dargli lezioni di batteria purché il ragazzo dia a lui lezioni di biliardo, specialità nella quale Greer eccelle. Lo scambio porta sicuramente fortuna al giovane William Alexander, mentre non si sa quale sia stato il destino di Eugene Holland al biliardo. Le lezioni consentono al giovane Greer di suonare come batterista nell’orchestra del suo liceo e soprattutto di farsi le ossa nel gruppo più ristretto, nato in seno alla stessa orchestra, che fornisce il supporto sonoro alle feste da ballo degli studenti. Terminato il liceo, a diciannove anni, Sonny inizia a considerare seriamente la possibilità che la musica possa diventare una professione. Suona in diversi locali a New York, insieme a musicisti come Harry Yerek, Fats Waller e Shrimp Jones. La svolta più significativa della sua carriera però avviene quasi per caso. La fortuna per Greer si chiama The Conaway Brothers, uno strano gruppo di jazz impostato prevalentemente sugli archi proveniente da Washington. Dopo averlo visto all’opera lo invitano ad andare con loro. Sonny accetta e si trasferisce a Washington. Qui viene ingaggiato dall’orchestra dell’Howard Theatre e sempre qui ha quello che sarà l’incontro decisivo della sua vita.

L’incontro con il Duke

È il 1919 quando conosce Duke Ellington dando inizio a una collaborazione destinata a durare vari anni. Greer convince il sassofonista Otto Hardwich e lo stesso Ellington ad andare a New York per suonare nell’orchestra di Wilbur Sweatman, all’epoca più famoso per il fatto di suonare contemporaneamente tre clarinetti che per le sue qualità da strumentista. L’esperienza però non è soddisfacente. L’orchestra fatica a trovare ingaggi e i tre, pagati a prestazione, si ritrovano in sempre più precarie condizioni economiche. L’avventura si conclude quando Ellington trova per caso quindici dollari, un gruzzoletto che permette ai tre amici di tornare a Washington. Nel 1923 Greer e Hardwich decidono di unirsi a Fats Waller e tornare a New York. Con loro ci sono anche il trombettista Arthur Whetsol  il banjoista Elmer Snodwen mentre Ellington inizialmente rifiuta ma poi cede e raggiunge gli amici. All’inizio le cose si mettono male ma poi il quintetto, prima diretto da Snodwen e poi da Ellington, comincia a farsi conoscere e ottiene il definitivo successo all’Hollywood Café. Con l’orchestra di Ellington, Greer rimane fino al 1951 quando viene sostituito dal batterista bianco Louis Bellson. Suona poi con Johnny Hodges e quindi come free-lance in alcuni famosi club di New York come lo Stuyvesant Casino o il Metropole, per lo più con band di jazz tradizionale. Nella sua lunga carriera incide moltissimo: oltre ai numerosi dischi con Ellington e a quelli comparsi sotto suo nome, da ricordare anche le incisioni effettuate con musicisti del calibro di Johnny Hodges, Barney Bigard, Cootie Williams, Lionel Hampton e Esquire All Stars. Muore a New York il 23 marzo 1982.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".