Home C'era una volta Tom Waltham, il pianista del campo di prigionia

Tom Waltham, il pianista del campo di prigionia

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Il 23 maggio 1974 muore a Parigi il pianista, compositore e direttore d’orchestra Thomas Waltham detto Tom. Dei suoi primi passi nel mondo della musica si sa poco salvo che è nato a Londra il 21 maggio 1899.

Dall’orchestra militare al jazz

La prima notizia coincide con la sua apparizione in terra francese nel 1916 in piena Prima Guerra Mondiale, alla testa di una grande orchestra militare. Tornato in Gran Bretagna fa le prime esperienze con il jazz nel 1919 con la Original Dixieland Jazz Band. Proprio in quel gruppo fa amicizia con il trombonista Emile Christian che lo convince a tornare a Parigi. Per sbarcare il lunario entrambi suonano quando e dove possono. Waltham nel 1923 lavora di registrazione per la Pathé e suona alle Folies-Bergères con gli Ad-Libs, il gruppo che accompagna la ballerina americana Nina Payne. A partire dal 1925 il gruppo si ingrandisce e suona in moltissimi locali alla moda incidendo vari dischi per la Pathé e la Gramophone.

Il campo

Con la fine del cinema muto e l’avvento del sonoro gli Ad-Libs partecipano a un gran numero di film e Waltham comincia a occuparsi più di composizione e di arrangiamenti che di direzione d’orchestra. Con l’occupazione nazista dal 1940 al 1944  Tom Waltham, che nel frattempo ha sposato una francese senza rinunciare alla nazionalità inglese, viene rinchiuso in un campo di prigionia destinato ai cittadini delle nazioni ostili. Qui tutti lo conoscono come “il pianista” anche se la direzione del campo non gli consente di potersi esercitare con  lo strumento. Dopo la liberazione riprende la sua attività con grande successo. Gli amanti del jazz ritengono che le sue migliori registrazioni siano quelle del periodo che va dal 1924 al 1928.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".