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Chi diavolo sono questi NOBS?

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Il 28 febbraio 1970, una folla immensa attende a Copenaghen il concerto dei NOBS. La notizia finisce sul tavolo di un redattore di cronaca di uno dei più diffusi quotidiani della capitale danese con una nota a mano del direttore: «Chi diavolo sono questi NOBS e perché hanno tanto successo?».

Una formazione sospetta

Se si eccettuano i magazine specializzati, in quel periodo nelle redazioni non c’è un vero e proprio esperto musicale. La musica pop tocca, di volta in volta, alla cronaca, al costume e, più raramente, alla cultura. L’idea che guida i direttori è che la musica non faccia notizia se non nelle pagine delle inserzioni a pagamento. Al malcapitato cronista non resta che cercare aiuto per evitare di scrivere stupidaggini. Scopre così quello che gli appassionati di musica sanno da tempo. La formazione dei NOBS è composta da Jimmy Page, Robert Anthony Plant, John Henry “Bonzo” Bonham e John Paul Jones. I quattro ragazzi quando sono fuori dai confini della Danimarca si chiamano Led Zeppelin, ma nel regno che fu d’Amleto non possono più utilizzare quel nome. Su di loro, infatti, pende la diffida di una certa Eva Von Zeppelin, discendente di Ferdinand, l’inventore dei famosi dirigibili, che ha minacciato di chiedere un risarcimento miliardario per l’uso improprio e non autorizzato del nome.

Una nota di colore in più

La causa deve ancora essere discussa e i legali già da qualche mese hanno consigliato la band di sospendere la distribuzione dei loro dischi. Su questo i discografici sono stati, però, categorici: «Non se ne parla». Come dar loro torto visto che l’album Led Zeppelin II sta facendo sfracelli in tutte le classifiche di vendita e in Gran Bretagna ha addirittura scalzato dal vertice della classifica Abbey road dei Beatles? Il Financial Times ha calcolato in cinque milioni di dollari l’utile commerciale dei loro dischi e anche il mondo politico s’è accorto di loro. Il segretario del Parlamento Britannico in persona è intervenuto alla consegna di due dischi d’oro alla band lanciandosi in un pubblico encomio per il contributo dato con le vendite dei dischi alla bilancia dei pagamenti britannica. Un po’ sconcertati da quanto sta accadendo i Led Zeppelin invocano tranquillità per comporre in santa pace nuovi brani da inserire nel terzo album. Il concerto di Copenaghen cade in un periodo di relativa serenità della band. La scelta di esibirsi come NOBS finisce per diventare una nota di colore in più. Confonde qualche caporedattore, ma non disorienta il pubblico.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".