Home Punti di vista Dario Vergassola: «Come la plastica, vorrei riciclarmi quasi all’infinito»

Dario Vergassola: «Come la plastica, vorrei riciclarmi quasi all’infinito»

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Dario Vergassola

Dario Vergassola, comico ligure, più precisamente spezzino, famoso per le sue interviste spiazzanti, quelle che rifiutano qualsiasi risposta preconfezionata, è in tournèe con il suo spettacolo Sparla con me. Una raccolta dei momenti più esilaranti degli incontri avvenuti nel famoso salotto di Serena Dandini, ma anche un racconto autobiografico con ricordi ed episodi legati alla sua infanzia, ai suoi amori, alla vita di provincia e ovviamente, non potevano mancare quelli su sua suocera, la famosa suocera cinghiale.

Dario, il tuo spettacolo Sparla con me ha avuto un grande successo, un successo di pubblico e di critica.
Sì, una vera soddisfazione. E’ stato bello ritrovare soprattutto il calore del pubblico.

Che cosa racconti in Sparla con me?
E’ uno spettacolo di un’ora e mezza, un one man show senza musica né balletti, e la gente si stupisce di questo. Le trasmissioni televisive abituano molto al tormentone. Proprio per questo cerco di mantenere la velocità della TV. E’ difficile stare per più di un’ora sul palco mantenendo un certo ritmo, ma chi ha fatto il comico, il cabaret, c’è abituato. E’ uno spettacolo in cui c’è un sacco di roba. Racconto tutto, dai miei amori irrisolti, a mia mamma. La mia vita in provincia, gli amici del bar, l’attualità, le notizie. I racconti divertenti di Zelig ma anche la politica. Posso dire che è uno spettacolo bipartisan. Il mio bersaglio è Berlusconi ma non faccio satira solo sulla destra, prendo in giro anche la sinistra e, devo dire, la cosa mi diverte anche di più. E’ più stimolante.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Adesso sono in tournée con lo spettacolo. Sono continuamente in giro, ho talmente tanti appuntamenti, il teatro, la TV, le presentazioni dei libri, che mi capita di confondermi. A volte non so più dove mi trovo. Sono itinerante.

So che stai lavorando ad uno spettacolo con David Riondino.
Sì con David stiamo portando in scena uno spettacolo su un classico della letteratura, Madame Bovary.

Riondino accompagna Vergassola ad incontrare Flaubert, giusto?
Esatto. Riondino legge il romanzo. Un’ora e mezza in cui si cerca di dare una diversa chiave di lettura dell’opera, più leggera, un modo per renderla più accessibile a tutti.

E tu? Che fai?
Io? Il cretino, i disturbi. E’ molto divertente. E’ un classico della letteratura che però non tutti conoscono, anche se si pensa il contrario. Con Davide avevamo già fatto uno spettacolo simile, il Don Chisciotte dove io ovviamente facevo Sancho. Ora stiamo lavorando ad uno spettacolo su Verdi in occasione dell’anniversario della nascita. Sarò di nuovo in teatro con Riondino per lavorare ad una lettura che incuriosisca ed avvicini all’opera del grande musicista, tutti quanti, anche chi non conosce la musica.

Una coppia collaudata, insomma…
Io e David ci conosciamo da diverso tempo, abbiamo lavorato molto insieme in radio. Facevamo una trasmissione su Radio2, Vasco de Gama, un rotocalco radiofonico dove io intervistavo con David, i protagonisti dello spettacolo e della cultura. Anche lì, a personaggi come Dario Fo, facevo delle domande in tono umoristico ma semplici. Delle domande terra terra, dal punto di vista cazzaro ma che non è calcolato. E’ quello che mi viene veramente, lo faccio con naturalezza, per mettermi dalla parte di chi ascolta.

E tu, invece, Dario, leggi molto?
Leggo tanto, dipende dal tempo a disposizione ovviamente. Se un libro mi prende, in tre giorni lo divoro. Leggo una media di dieci libri l’anno.

Come scegli le tue letture?
Ho una rete di amici lettori, una sorta di rete di protezione. Sono loro a consigliarmi i titoli giusti. Ti fidi e li leggi.

Qual è il tuo rapporto invece con la tecnologia, con internet?
Sono più cartaceo che telematico. Se cominci ad andare dietro alla rete sei finito. Per me è una perdita di tempo infinita. Infatti non ho né Facebook né Twitter. Faccio colazione e apro internet ma leggo solo qualche e-mail. Preferisco parlare con qualcuno, magari scendere al bar. Internet è delirante ed anche discriminante in un certo modo. Non tutti hanno i soldi per potersi comprare un computer e non tutti ancora sono in grado di usarlo. In Italia è prematuro parlare di una generazione di internauti, secondo me deve ancora formarsi. In fondo, preferisco la vecchia posta.

E a casa tua? Tua moglie, i tuoi figli usano internet?
Mia suocera usa internet.

Tua suocera?
Proprio così. E mia moglie sta imparando mentre i miei figli già comunicano velocemente. Penso di non essere portato per la tecnologia ma la verità è che mi stanco. Vado a tentativi ma dopo un po’ lascio perdere. Non mi ricordo le cose, non le memorizzo.

E’ come se la tecnologia la complicasse la vita invece di semplificarla…
E’ un accumulo di dati e di memoria infinito. Mi piacerebbe avere un bottone per tutto, non otto! Come per i telecomandi, ora se ne hanno tre, anche quattro. E’ tutto complicato.

Dario Vergassola quanto sei green nella vita?
Sono sensibile all’ambiente, a quello che ci circonda. Una cosa che mi colpisce sempre è vedere lo spazio naturale inghiottito dalle costruzioni. Quando vedo un centro urbano cancellato dal cemento per esempio, ci resto molto male.

Ci sono delle cose che fai quotidianamente per aiutare l’ambiente?
Cerco di stare attento, di limitare i danni. Ad esempio: faccio moltissimi chilometri e guido una macchina a gasolio ma ho promesso a mia moglie che è molto attenta a queste cose, che la prossima auto sarà ibrida.

Sei fortunato. Hai una suocera cinghiale e una moglie green.
Eh già, proprio così. In casa è mia moglie a fare la raccolta differenziata, a dividere ed organizzare il tutto. Io ho il compito di andare a buttare la spazzatura, questo è il mio contributo. Abbiamo anche messo i filtri ai rubinetti, quelli per creare le bollicine. Un modo ecologico per non rinunciare all’acqua minerale evitando il consumo inutile di plastica. Insomma si fa quel che si può, piccoli gesti.

Dario, cosa ricicleresti di te e cosa invece butteresti via?
Vorrei essere come la plastica, riciclarmi tante volte.