Home Punti di vista George Weissensteiner: «Obereggen, il mio sogno diventato realtà»

George Weissensteiner: «Obereggen, il mio sogno diventato realtà»

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Ecocompatibilità, natura, economia. Un trinomio quasi inscindibile. “La nostra forza? E’ tutta qui, in queste valli che neppure il Gps conosce”. Sì, proprio così. A parlare è George Weissensteiner il padre fondatore (lo si potrebbe definire così, ndr) di Obereggen, una delle 28 perle delle Alpi ed ora stazione sciistica di primissimo piano. Ed è davvero una perla, consacrata persino dall’Unesco come patrimonio naturale dell’umanità. “Un posto in cui si perdono la dimensione del tempo, dello spazio, in cui tutto parla solo di natura, incastonata tra le Dolomiti, a pochi chilometri da Bolzano… chi cerca un rifugio lo può trovare qui”. E dire che tutto è nato grazie alla tenacia e alla determinazione di alcuni amici, tra cui il signor George Weissensteiner.

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Signor Weissensteiner come è cominciata quest’avventura?
A spasso su queste montagne. Ero giovane e facevo il pastore con sessanta capi di bestiame. Avevo un maso sù in montagna. Andai a studiare agronomia in Austria insieme ad un amico. A quel tempo, parliamo del 1968, da poco, pochissimo, avevano aperto alcuni impianti sciistici in Tirolo. Eravamo giovani e con altri due amici, tra cui un ingegnere, abbiamo pensato: perché non farlo anche qui?

Dunque, un sogno tramutatosi in realtà. Com’è stato possibile?
Ci siamo messi a studiare le montagne. Abbiamo trascorso almeno due anni a guardare l’inclinazione del sole, a capire la corposità della neve. Andavamo sù e giù per i passi, alcuni impervi, per tentare di capire se anche qui poteva sorgere una stazione sciistica. Eravamo giovani e pieni di speranze, inoltre avevamo le competenze per farlo. Il fratello del mio amico era ingegnere con lui abbiamo redatto un progetto e così è comincato tutto.

Ed è sorta Obereggen…
Sì, abbiamo dovuto lottare contro lo scetticismo dei contadini, contro le lungaggini della burocrazia, contro le asperità della montagna. A quei tempi qui non c’era neppure una strada che collegava Bolzano con Obereggen. E vi erano solo i contadini nei loro masi che non avevano alcuna intenzione di cambiare vita. Ma, sarà stata la nostra caparbietà, sarà stato anche il fatto che proprio i contadini alla fine hanno supportato il nostro progetto, sta di fatto che nel 1972 siamo riusciti a far entrare in funzione i primi impianti di risalita: lo skilift Eben e la seggiovia a due posti Oberholz. Fino ad arrivare al 1980 con la realizzazione di quattro nuovi impianti di risalita e del primo impianto di innevamento artificiale con un bacino di raccolta. Oggi? Si può sciare in notturna e abbiamo realizzato il primo impianto di teleriscaldamento ecologico che rifornisce senza emissioni tutta la stazione sciistica di Obereggen. Che è diventata lo Ske Center Latemar con 48 chilometri di piste, 18 impianti di risalita.

Come siete riusciti a convincere i contadini della validità del vostro progetto?
Rendendoli protagonisti di questa impresa. Abbiamo fatto capire loro che potevano investire anche con quote minime e diventare in un certo senso imprenditori di se stessi. Proprio così. Non dovevano abbandonare i loro masi sù in montagna, avrebbero potuto lavorare dodici mesi l’anno dividendosi tra le attività contadine dalla primavera all’estate e il lavoro sulle piste da sci nel resto dell’anno.

 

 

Insomma, avete creato un’economia integrata su piccola scala…
Siamo riusciti a far sì che, oggi, dopo quarant’anni dall’installazione del primo impianto, nessuno abbandona Obereggen. I giovani tornano, perché qui trovano lavoro con la possibilità di vivere in un posto quasi unico al mondo. I contadini si sono riuniti in consorzi e, grazie ad un processo integrato, offrono i loro prodotti alle strutture turistiche che, a loro volta, sono tutte a conduzione familiare come è per me che sono, ora, il proprietario dell’Hotel Buongustaio Sonnalp(un hotel pluristellato, ndr).

Ma, riprendiamo il discorso, i contadini, sei mesi l’anno lavorano nelle fattorie, producono i loro prodotti e li rivendono agli alberghi. Il resto dell’anno vengono impiegati negli impianti sciistici. E’ così?
Naturalmente, e si tratta di prodotti non solo bio e a chilometro zero ma di altissima qualità. Arrivano al consumatore finale senza passaggi intermedi. Inoltre, proprio i contadini non sono mai senza lavoro perché nel resto dell’anno vengono impiegati negli impianti sciistici.

Un ciclo virtuale nato solo da un’idea…
Dall’idea che la natura è la nostra vera forza. E non abbiamo dovuto far altro che amarla e rispettarla, valorizzando quel che già è un paradiso.

E qui ha funzionato…
Al cento per cento. Oggi Obereggen è considerata perla delle Alpi, ha più di trenta strutture alberghiere e l’UNESCO ha inserito le nostre montagne nella lista dei più bei paesaggi del mondo. Il mio sogno è sicuramente diventato realtà.

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