Il nome agnus che significa “agnello” e castus “casto”, invece, si riferisce alla proprietà anafrodisiaca (che contrasta il testosterone) nell’uomo. Secondo la leggenda, infatti, i monaci erano soliti mettere dei boccioli di agnocasto tra i vestiti per conservare la castità e i semi erano chiamati “pepe del monaco”, perché erano soliti utilizzarli come spezia nella loro cucina.
Agnocasto, un potente anafrodisiaco
La capacità anafrodisiaca è sottolineata anche da Plinio il Vecchio che, nella sua “Naturalis Historia”ricorda come petali di agnocasto venissero sparsi sui letti delle donne ateniesi per garantire la loro fedeltà quando i loro mariti andavano in guerra.
Un medico e botanico senese del ‘500, a proposito dell’Agnocasto, scrive:“… costringe gli impeti di Venere tanto mangiato fritto quanto crudo… si crede che non solamente mangiandosene o bevendosene faccia gli uomini casti ma ancor giacendovisi…”.” Ippocrate utilizzava questa pianta per il trattamento di lesioni e infiammazioni ,mentre Dioscoride, l’autore del “De Materia Medica” è stato il primo a riscontrare l’effetto positivo dell’Agnocasto sul sistema riproduttivo femminile. Lo raccomandava per le madri che allattavano per espellere la placenta dopo il parto, e per controllare l’emorragia.
Agnocasto, coltivato in sud Europa
L’agnocasto è un arbusto alto 3-5 m, coltivato nel sud Europa e nell’Asia occidentale. I frutti sono delle bacche nere contenenti quattro semi; possiedono un odore aromatico e un sapore acre, leggermente pungente. La droga contiene glicosidi iridoidi (per es. aucubina, agnoside), flavonoidi (per es. casticina), terpeni (per es.rotundifurano, vitexilattone) ed alcaloidi (per es. Vaticina).
L’agnocasto inibisce la secrezione di prolattina nelle cellule ipofisarie; quest’azione viene annullata dagli antagonisti dopaminergici. E’stato ipotizzato che l’agnocasto agisca selettivamente sul recettore dopaminergico D2, situato sull’ipofisi anteriore e determina un’inibizione della produzione di prolattina.
L’agnocasto non modifica i livelli ematici dell’ormone
luteinizzante e dell’ormone follicolo-stimolante, pare certo
che alcuni diterpeni esercitano proprieta inibenti la secrezione di prolattina. E’ stato ipotizzato che l’agnocasto contenga sostanze
antiossidanti che prevengono l’ossidazione della dopamina.
Si raccomanda l’utilizzo dell’agnocasto nei casi di irregolarità del ciclo mestruale, nella sindrome premestruale SPM * e per alleviare la mastodinia (dolore al seno).
Effetti benefici sono stati osservati anche per altri sintomi psichici e somatici della sindrome. Utile nella sindrome premestruale per controllare irritabilita, alterazioni dell’umore, gonfiore, mal di testa, ingrossamento del seno) può causare occasionalmente prurito, orticaria ed esantemi e la sconsiglia durante la gravidanza e l’allattamento.
Gli effetti indesiderati associati all’uso di agnocasto sono lievi e reversibili. I piu frequenti sono nausea, mal di testa, disturbi gastrointestinali, disturbi mestruali, acne, prurito e reazioni eritematose.Non sono state segnalate interazioni con altri farmaci, sebbene venga riportato che l’agnocasto puo interferire con antagonisti dopaminergici.
L’agnocasto, i consigli del farmacista
L’Agnocasto puo’essere somministrato come polvere (30-60 mg/die), tintura (1:5, 20 gtt 2-3 volte al giorno) o estrattoidroalcolico standardizzato (la dose giornaliera deve
corrispondere a 40-60 mg di droga essiccata).
Sindrome premestruale (SPM)*
E rappresentata da un insieme di sintomi fisici quali cefalea,dolore e tensionemammaria,vampate,insonnia,nausea,vomito,palpitazioni, meteorismo e psicologici quali agitazione, confusione, depressione, difficoltà di concentrazione, ipersensibilità
emotiva che precede di poche ore o di diversi
giorni il periodo mestruale. Riguarda il 20-50% delle
donne in età riproduttiva e di queste il 5% accusa
una grave SPM detta “disturbo disforico premestruale”.
Le cause sono da attribuire alle oscillazioni dei livelli di estrogeni e progestinici che si hanno durante il ciclo mestruale. In vicinanza della menopausa i disturbi possono persistere durante e dopo
il periodo mestruale mentre nelle adolescenti può aversi dismenorrea. Nel corso della SPM possono aggravarsi
disturbi gia presenti come ad es. quelli respiratori
(congestione del naso e delle prime vie aeree) e della vista (congiuntivite). La SPM è semplice da diagnosticare perché i sintomi scompaiono con l’inizio delle mestruazioni. Il trattamento mira a ridurre i sintomi. Comunque, prima di ricorrere ai farmaci si cerca di ridurre l’apporto di sodio per attenuare la ritenzione idrica e di caffeina per alleviare nervosismo ed agitazione.
I farmaci consigliati sono:
diuretici (per ridurre l’accumulo di liquidi),
antinfiammatori non steroidei (per combattere cefalea e dolori), e antidepressivi (per ridurre l’irritabilita e la depressione).
I fitoterapici piu affidabili sono l’agnocasto, la cimicifuga, l’achillea.
**Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.