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Il pugno chiuso di Grace Slick

Il 15 dicembre 1968 negli studi di “The smothers brothers comedy hour”, uno dei più popolari show televisivi statunitensi, c’è un po’ di apprensione. La scaletta prevede la partecipazione dal vivo dei Jefferson Airplane nel brano Crown of creation.

Una partecipazione controversa

La presenza dei Jefferson Airplane, “suggerita” dalla RCA, ha provocato contrasti nella struttura dirigenziale del programma che li ritiene una potenziale fonte di guai. Legati al movimento hippie sono stati tra i più attivi sostenitori del Carousel Ballroom, un centro musicale autogestito dal direttamente dal movimento. Quando il locale è passato nelle mani di Bill Graham che vi ha edificato il suo Fillmore, non sono stati con le mani in mano. Con i primi guadagni ottenuti dalla vendita dei dischi hanno acquistato una grande casa al numero 2400 di Fulton Street a San Francisco e l’hanno regalata al movimento. In questa sorta di centro sociale la band abita, registra i suoi dischi e promuove iniziative. Non è soltanto un gruppo musicale, quindi, quello che il 15 dicembre 1968, dovrebbe esibirsi davanti alle telecamere di uno degli show più popolari degli Stati Uniti, ma un simbolo di un movimento che partendo dalle esperienze delle comuni hippie sta scoprendo l’impegno politico e sociale per i diritti civili, contro la guerra del Vietnam e, quel che è più grave, inizia a mettere in discussione il sistema capitalistico.

Clausole contrattuali e astute violazioni

I responsabili dello show, per evitare guai, impongono ai ragazzi una clausola contrattuale che vieta loro di pronunciare qualsiasi parola che non sia il testo di Crown of creation. La penale è altissima. Temono, però, qualche alzata di genio della band, che appare troppo remissiva e quasi indifferente. L’intero staff della trasmissione assiste con il fiato sospeso all’ingresso in scena dei Jefferson Airplane. I ragazzi entrano, sistemano gli strumenti e, dopo il segnale di partenza, iniziano a suonare. Ne manca uno, anzi una. La cantante, la bellissima Grace Slick, non è ancora in scena. Arriva prima della fine dell’introduzione strumentale e i responsabili del programma hanno un tuffo al cuore. Ha la faccia interamente dipinta di nero e le sue mani sono coperte da un paio di guanti dello stesso colore. Quando finisce di cantare, mentre gli strumenti dei compagni allungano la chiusura del brano guarda fissa la telecamera poi, abbassando il capo, alza il pugno chiuso guantato di nero. Davanti a milioni di telespettatori va in onda così il saluto del Black Panther Party, senza una parola, come da contratto.

 

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