Home C'era una volta Il giubileo dei Sex Pistols

Il giubileo dei Sex Pistols

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Il 10 marzo 1977, quando mancano due mesi all’inizio dei festeggiamenti per il giubileo della regina Elisabetta II, i Sex Pistols scelgono di dare appuntamento ai giornalisti di fronte a Buckingham Palace per la firma di un nuovo contratto discografico con la A&M.

Una nuova casa discografica

Dopo essere stati cacciati in malo modo dalla EMI ma con una  cospicua somma di buonuscita gli oltraggiosi alfieri del punk hanno finalmente trovato una nuova casa discografica. La formazione non è più quella originale perché il bassista Glen Matlock è stato cacciato dai compagni che l’hanno sostituito con Sid Vicious, un bassista “inventato” proveniente dai Flowers Of Romance con all’attivo anche un’esperienza come batterista dei Siouxsie & The Banshees. I ragazzi e il loro manager Malcom McLaren ricevono su un tavolo apparecchiato per l’occasione nella piazza che fronteggia il palazzo reale i complimenti dei loro nuovi discografici accompagnati da cinquantamila sterline d’acconto per la pubblicazione del loro primo singolo targato A&M. Si intitola God save the Queen e vuole essere un ironico e dissacrante contributo ai festeggiamenti per il giubileo della regina Elisabetta II.

L’estrema destra scatenata: quel disco è un oltraggio!

L’uscita del disco non va via liscia. La rivisitazione parodistica e apocalittica dell’inno nazionale viene accolta come un oltraggio grave all’immagine del paese. Iniziano così le pressioni perché esso venga ritirato. A dar fuoco alle polveri è un gruppo di musicisti guidato da Rick Wakeman, il tastierista leader degli Yes, che prende apertamente posizione contro il brano. L’iniziativa censoria arriva anche in parlamento dove il deputato conservatore Marcus Lipton, incurante del ridicolo, chiede addirittura lo scioglimento della band. La mobilitazione spaventa la A&M che a soli sei giorni dalla firma rescinde in tutta fretta il contratto con la band risarcendola con venticinquemila sterline. Il sasso è, però, lanciato. Incurante delle pressioni la Virgin pubblica, in tutta fretta, God save the Queen che ottiene uno straordinario successo di vendite. I Sex Pistols sono ormai divenuti, loro malgrado, un simbolo. Gli anatemi dei benpensanti apriranno la strada alla violenza dei gruppi di estrema destra. Poco tempo dopo, infatti, gli squadristi del National Front accoltelleranno Johnny Rotten e feriranno alla testa Paul Cook. Entrambi sopravvivranno, ma la band, incapace di reggere il ruolo di emblema, non durerà a lungo.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".