Home C'era una volta Tanita, figlia di un pasticcio etnico

Tanita, figlia di un pasticcio etnico

SHARE

Il pubblico del Mean Fiddler di Londra guarda in silenzio, il 16 dicembre 1987, una ragazza dai capelli castani, bianca come uno straccio appena lavato, che, aggrappata alla chitarra, inizia a cantare una serie di brani di sua composizione.

La musica unica certezza

La ragazza si chiama Tanita Tikaram, ha diciotto anni e si esibisce in pubblico per la prima volta. Si definisce «un pasticcio etnico», perché è nata a Münster, in Germania da genitori nati e cresciuti in due angoli sperduti della terra: nelle colonie inglesi del Borneo la madre e nelle isole Fiji il padre. È arrivata in Gran Bretagna sei anni prima quando, la sua famiglia si è definitivamente trasferita a Basingstone, ma si sente ancora sradicata e la musica è stata, fino a quel momento, l’unica certezza della sua vita. Fin da bambina ha imparato a suonare la chitarra e a comporre canzoni ispirandosi al lavoro delle sue autrici preferite: Joni Mitchell e Rickie Lee Jones. Il proprietario del Mean Fiddler, uno dei locali londinesi più disponibili a dare spazi ai giovani talenti, l’ha scritturata per un’unica serata dopo aver ascoltato un suo demo-tape con tre brani e l’ha lasciata sola, su un piccolo palco illuminato da una luce bianca che esalta ancor di più il pallore del suo viso.

Un avventore speciale

La voce calda dal tono basso e profondo, inusuale per una diciottenne, colpisce l’attenzione di un avventore speciale: è Paul Charles, manager di artisti come Elvis Costello, Jackson Browne, John Hiatt e Van Morrison. Esperto navigatore degli ambienti musicali, al termine dell’esibizione chiede a Tanita di potersi occupare di lei. La ragazza, un po’ disorientata dall’emozione, accetta. Un anno dopo vede la luce Ancien heart, il suo primo album destinato a un rapido successo. Le canzoni composte da lei per essere accompagnate dalla sola chitarra acustica vengono riarrangiate da Rod Argent, l’ex tastierista degli Zombies nonché leader degli Argent, insieme all’ex batterista di Van Morrison, Peter Van Hooke. L’album contiene anche una delicata versione di For all these years, un brano composto da Tanita Tikaram in occasione del suo sedicesimo compleanno. Il successo improvviso e imprevisto non cambierà il suo modo di concepire la musica e la vita. Per Tanita Tikaram la musica resterà innanzitutto una compagnia e un antidoto contro la solitudine.

 

Previous articleCalcata, il (verde) borgo degli artisti
Next articleCome usare l’alloro
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".