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A rischio frane e smog oltre 42mila monumenti

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monumenti a rischio frane

Il rischio frane, smottamenti, inquinamento , smog non riguarda, purtroppo, solo le persone ma, anche, le nostre splendide opere d’arte. In Italia oltre 42mila beni culturali sono a rischio. Lo riportano l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e l’Iscr (Istituto superiore per la conservazione ed il restauro).

Le nostre opere d’arte a rischio frane e inondazioni

In particolare – riportano i dati appena diffusi – oltre 14mila beni culturali sono esposti a rischio frane e 28.843 ad alluvioni. Solo a Roma i beni esposti a rischio idraulico sono 2.204 e l’area comprenderebbe anche il centro storico (Piazza Navona, Piazza del Popolo, Pantheon). A Firenze la situazione non muta: i beni immobili esposti a rischio idraulico risultano 1.145, tra cui la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Così è per le frane che mettono a serio pericolo alcuni tra i borghi storici più belli del Paese: come è per Volterra, Civita di Bagnoregio, Certaldo.

L’allarme è altissimo, il degrado ha subìto un’accelerazione

La ricerca condotta dai due istituti che lavorano insieme da 15 anni ha consentito, incrociando i dati, di focalizzare tutte le conoscenze relative all’impatto ambientale proprio sui beni culturali in funzione di quell’azione di implementazione tra beni culturali e territorio, al fine anche di programmare eventuali attività di manutenzione. Ma l’allarme è altissimo a causa dell’incompetenza delle nostre istituzioni che non pongono certamente attenzione né al territorio né, tantomeno, alla nostra Bellezza.

Il degrado – sottolineano i due istituti – ha subito un’accelerazione che ha esposto a rischi impensabili opere prima, comunque, protette. Tra le cause principali l’inquinamento atmosferico è uno dei fattori determinanti soprattutto per le superfici dei monumenti esposti all’esterno. La situazione è a rischio, però, anche per le opere d’arte esposte all’interno dei musei. Le sostanze inquinanti emesse in atmosfera è praticamente irreversibile per le opere d’arte anche per la mancanza di sistemi di autorigenerazione, presenti, invece, negli esseri viventi.

A Roma 3600 monumenti rischiano di sgretolarsi per l’inquinamento

E’ stata scelta Ancona come caso di studio sul problema dell’impatto dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale. Il rischio per i monumenti è stato analizzato in funzione di due componenti: la vulnerabilità di alcuni beni di natura calcarea e la potenziale aggressione ambientale del territorio anconetano. Quelli che risulterebbero maggiormente a rischio sono la Mole Vanvitelliana o Lazzaretto, il Tempio di San Rocco, la Chiesa del SS Sacramento, la Porta Farina e la Chiesa del Gesù.

Ma, tanto per concludere parlando di Roma, in oltre 3600 monumenti a composizione calcarea e oltri 60 a composizione bronzea si è riscontrata una perdita di superficie compresa tra 5,2 e 5,9 micron l’anno per il marmo e 0,30 e 0,35 micron l’anno per il bronzo. E questo – dicono i ricercatori dei due istituti – “nonostante la potenziale aggressività territoriale di Roma sia risultata relativamente bassa”. La nostra Bellezza sta morendo e non si fa nulla per tutelarla.