Home C'era una volta Al Belletto, un sassofono innovativo

Al Belletto, un sassofono innovativo

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Il 3 gennaio 1928 nasce a New Orleans, in Louisiana, Alphonse Joseph Belletto destinato a lasciare un segno importante nella storia del jazz come sassofonista con il nome di Al Belletto.

Oltre New Orleans

Pur essendosi formato alla scuola jazzistica della sua città suonando con Sharkey Bonano, Louis Prima, Wingy Manone, Monk Hazel e i Dukes of Dixieland, il giovane Al abbandona progressivamente lo stile di New Orleans per cimentarsi con gruppi più innovativi.

Un cambio di stile

È l’ingresso nella big band di Woody Herman nel 1958 a orientarlo verso un jazz più moderno, che lo porterà poi ad accostarsi a Charlie Parker, a Stan Kenton e a tutti gli altri sperimentatori che, entro lo spazio di questa musica, cercano soluzioni nuove e diverse. Dotato di una buona conoscenza della musica classica Al Belletto utilizza strutture d’impianto classico nel suo fraseggio con risultati apprezzabili specialmente sul piano formale.  Muore il 26 dicembre 2014.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".