Home C'era una volta Al Grey, uno dei tromboni migliori dell’età di mezzo

Al Grey, uno dei tromboni migliori dell’età di mezzo

SHARE

Il 6 giugno 1925 nasce a Pottstown, in Pennsylvania il trombonista Al Grey, il cui vero nome è Albert Thornton Grey.

Con Lionel Hampton i primi successi

Considerato oggi come uno dei migliori trombonisti dell’età di mezzo della storia del jazz, si fa conoscere verso la fine degli anni Quaranta nell’orchestra di Lionel Hampton e poi nel decennio successivo nei gruppi di Dizzy Gillespie e di Count Basie con cui resta fino al 1961. Il suo esordio avviene  nel 1945 con l’orchestra di Benny Carter dalla quale se ne va per passare alla formazione di Hampton che gli dà la popolarità. Dopo un breve periodo di permanenza nel gruppo di Sonny Parker entra nell’orchestra di Gillespie confrontandosi con le esperienze dei protagonisti del be bop.

Protagonista delle rifondazione di Basie

Successivamente entra a far parte della sezione dei tromboni di Count Basie, accanto a Henry Coker e Benny Powell, in un periodo in cui l’orchestra, dopo aver modificato gran parte dello organico, sta portando a termine una sorta di “rifondazione” formale ed estetica. La novità dei temi eseguiti e la limpidezza del nuovo sound appoggiano anche sul fraseggio di Grey, cui il leader affida numerose parti solistiche. Uscito dall’orchestra di Basie nel 1961 ci rientra però in varie occasioni. Muore il 24 marzo 2000.

Previous articleA Modena il festival della fiaba
Next articleL’ambiente piace agli investitori
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".