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Ambiente, anche le acciughe a rischio

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acciughe

Anche le acciughe sono, ormai, una specie a rischio. A lanciare l’allarme sono le associazioni di Legambiente, Marevivo, MedreAct e Deep Sea Conservation Coalition.

Le acciughe a rischio estinzione

La richiesta è, ora, quella di fermare le pratiche illegali della pesca in Mediterraneo perché proprio specie come la sardina e la stessa acciuga rischiano l’estinzione.

A causa di uno sfruttamento eccessivo dei mari infatti, aggravatosi anche per la crisi economica, questi pesci rischiano molto. Oltre la sardina e l’acciuga, anche il nasello, la triglia e il gambero rosa sono in pericolo. Si parla di una percentuale del 96% di sfruttamento eccessivo delle specie di fondale.

La causa: lo sfruttamento eccessivo del Mediterraneo

La richiesta di aiuto è rivolta soprattutto al governo e al ministro delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina.

La crisi economica ha determinato una riduzione di mezzi per i controlli in mare, specie nell’Europa meridionale. La pesca illegale è ormai un fenomeno molto diffuso e che sta contribuendo, insieme all’inquinamento, all’impoverimento dei nostri mari.

L’uso spesso indiscriminato delle “reti ferrettare”, comporta un rischio gravoso per le risorse del nostro mare. Le norme comunitarie consentono l’uso di questo tipo di reti, ma solo se queste non superano i 2.500 metri di lunghezza.

Purtroppo il divieto viene spesso eluso e moltissimi pesci, ma anche tartarughe, uccelli marini e molte altre specie protette, cadono, letteralmente, nelle trappole di pescatori senza scrupoli.

La richiesta: inasprire le norme sulle reti

Si chiede con forza un inasprimento delle norme restrittive in materia di pesca con reti da posta derivanti (un tipo di reti lasciate alla deriva sulla superficie del mare o in prossimità della stessa per intrappolare specie di pesci che si trovano nella parte superiore della colonna d’acqua, ndr).

Le acque dell’Unione europea necessitano di un rigido controllo che riguardi tutta la filiera della pesca. Tutto ciò è vitale per la tutela degli stock del Mediterraneo e per le specie viventi che popolano il nostro mare, famoso in tutto il mondo per la sua ricchezza.

Uno degli obiettivi della Commissione Europea è proprio quello di vietare, a partire dal 1 gennaio 2015, la pesca con qualsiasi tipo di rete da posta derivante in tutto il mare dell’UE.