Home C'era una volta Anita O’Day, una delle grandi voci del jazz

Anita O’Day, una delle grandi voci del jazz

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Il 18 dicembre 1919 nasce a Chicago, nell’Illinois Anita O’Day. Nel 1933 (o nel 1934 perchè lei stessa non ricorda l’anno preciso) si esibisce per la prima volta in pubblico insieme a Frank Laine.

L’incontro con Gene Krupa

Allieva della Schurz High School nel 1939 viene ascoltata da Carl Cons, all’epoca direttore della rivista Down Beat che la convince a trasferirsi all’Off Beat Club, un locale adiacente al Three Deuces. Proprio in quel locale la O’Day, che dai critici dell’epoca viene definita come una cantante a metà strada tra Mildred Bailey e Billie Holiday, conosce Gene Krupa da poco ha formato una grande orchestra. Nel 1941 Krupa la invita a sostituire la cantante Irene Daye ritiratasi per sposarsi. Il suo debutto avviene il giorno di San Valentino a Minneapolis e per due anni il suo apporto alla formazione del batterista è determinante. La sua voce dà i brividi al pubblico e la cantante ammette di dover molto a Martha Raye la cui maniera di cantare le ha suggerito la strada da seguire. Nonostante il successo la sua paga resta ferma a cinquanta dollari la settimana.

L’arresto e il ritorno

Quando lascia l’orchestra viene arrestata per possesso di marijuana e poi costretta agli arresti domiciliari. Lei non ha mai digerito questa storia e sostiene di essersi addossata colpe non sue proprio per salvare Gene Krupa. Nel 1944, mentre è ancora coinvolta dalle vicende giudiziarie viene scritturata da Stan Kenton su segnalazione di Vido Musso. Anita però non sopporta la vita nella grande orchestra e chiede a Kenton di lasciarla libera. Il buon  Stan la prega di restare fino a quando non avrà trovato una sostituta. È proprio la O’Day a scoprire al Three Deuces una giovane cantante di nome Shirley Luster e a offrirle il posto nell’orchestra di Kenton. La Luster, cambiato il nome in June Christy, diventerà una stella. Anita nel frattempo torna per qualche tempo con Krupa giusto per sbarcare il lunario visto che le grandi orchestre l’hanno stancata. Ripresa la sua libertà canta nei club, pur limitando parecchio la sua attività che soltanto verso la fine degli anni Cinquanta riprende vigore. Negli anni Settanta è ancora tra le più apprezzate cantanti del mondo. Considerata per lungo tempo la migliore cantante bianca di jazz, ha influenzato cantanti famose. Muore a Los Angeles il 23 novembre 2006

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".