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Bauxt valuta la propria impronta ambientale

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Bauxt porte blindate

L’azienda friulana Bauxt, realtà specializzata nella sicurezza, ha individuato nell’acquisto di crediti di carbonio l’azione di compensazione dell’impronta climatica del suo prodotto di punta, la porta blindata Plank, diventando apripista nel suo settore.

Il risultato è stato ottenuto portando a compimento un programma sviluppato sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente, in cui è stato analizzato il quantitativo di gas a effetto serra generato dalla filiera produttiva e dalle diverse fasi del ciclo di vita di Plank nel 2011. Al termine del percorso, iniziato nel 2012, Bauxt ha compensato le emissioni calcolate e la blindata firmata da Giuseppe Bavuso è diventata un prodotto di design più responsabile verso il pianeta. Estetica, sicurezza e consapevolezza ambientale sono quindi i tre cardini su cui si sviluppa la produzione di Plank.

Un progetto per l’ambiente

«Grazie a questo progetto – commenta Marco Pirisi, amministratore delegato di Bauxt – abbiamo individuato i fattori che incidono maggiormente, in termini di emissioni, sul ciclo produttivo di Plank». Il dato interessante che emerge è l’incidenza al 94,5% dell’acquisto delle materie prime e del pretrattamento, contro il restante 5,5% che racchiude le fasi che riguardano più direttamente l’azienda, ovvero produzione, distribuzione e fine vita del prodotto. L’impatto sulla carbon footprint dell’utilizzo della blindata si è dimostrata inoltre non rilevante ai fini del calcolo, perché addirittura inferiore all’1% sul totale, essendo di scarsa incidenza la manutenzione, l’uso di energia e il trasporto del prodotto dal punto vendita al cliente finale.

Bauxt, porte blindate e crediti di carbonio CERs

Sulle strategie di compensazione dell’impronta ambientale, al primo posto sono stati messi la tutela della sicurezza, requisito imprescindibile per una blindata, e il design che contraddistingue Plank. Precisa Pirisi: «non abbiamo voluto agire sull’estetica e soprattutto sull’affidabilità dei nostri prodotti, perciò abbiamo mantenuto inalterate le scelte dei materiali utilizzati per questa blindata. Al posto quindi di una riduzione dell’impronta ambientale, abbiamo quindi scelto di compensare le emissioni stimate tramite l’acquisto di crediti di carbonio CERs, procedura prevista anche dal Protocollo di Kyoto».

In conformità con il tipo di materie prime impiegate nella fabbricazione di Plank, Bauxt  – riferisce un comunicato dell’azienda – ha quindi deciso di acquistare crediti originati dal progetto CDM (Clean Development Mechanism) “BOG and COG Utilisation for Combined Cycle Power CDM Project in Jinan Iron & Steel Works”. Un progetto che ha permesso il recupero dei gas di scarico emessi da una fabbrica di acciaio a Jinan, la capitale dello Shandong (in Cina) al fine di un loro riutilizzo per la produzione di energia elettrica attraverso un ciclo combinato.

Un forte segnale per le imprese edilizie

«Con questo progetto – afferma l’amministratore delegato – abbiamo voluto lanciare un segnale forte al mercato edilizio: anche questo settore deve guardare con interesse agli obiettivi del Protocollo di Kyoto e del pacchetto clima-energia 20-20-20 varato dall’Unione Europea. Si tratta di una doppia opportunità: non solo driver economico, ma anche necessaria esigenza per il futuro del pianeta. Con questa iniziativa – conclude – ci collochiamo all’avanguardia nel settore delle porte blindate».

La blindata Plank è stata protagonista ad EOS – Exposition of Sustainability 2013, il primo salone italiano su sostenibilità e impronta di carbonio, dove ha rappresentato l’eccellenza di un’edilizia più sostenibile. Anche ad EOS, come per il percorso di analisi dell’impronta ambientale, Bauxt è stato accompagnato dall’advisor di green consultancy Gruppo Rem.

Bauxt è l’azienda italiana, con sede a Latisana (UD), che si distingue nel mercato della sicurezza per la fattura squisitamente sartoriale delle proprie porte blindate. Alla personalizzazione e alla cura dei dettagli tipica del mondo “artigianale”, si uniscono l’impiego della più avanzata tecnologia, la programmazione e i processi produttivi del settore industriale. La realizzazione del progetto carbon footprint nasce dalla partecipazione ad un bando del Ministero dell’Ambiente, iniziativa che rientra nel programma messo a punto dal dicastero per sperimentare su vasta scala e ottimizzare le differenti metodologie di misurazione degli impatti ambientali dei prodotti e servizi, tenendo conto delle caratteristiche dei diversi settori economici, al fine di poterle armonizzare e renderle replicabili.