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Canarie, a rischio ecosistema marino

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Le Canarie sono a rischio. Le trivellazioni stanno distruggendo l’ecosistema marino. Questa la denuncia delle associazioni ambientaliste spagnole.

Le trivellazioni distruggono gli ecosistemi

Le trivellazioni previste vicino alle Canarie – sostengono gli ambientalisti – sono inutili e pericolose e minacciano uno dei luoghi con la più grande biodiversità del mondo. Per questo gli ecologisti spingono per un cambio di modello energetico non più fondato sulle estrazioni petrolifere ma sullo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Greenpeace, insieme ai gruppi ecologisti di “Ecologistas en Acción”  e agli addetti del settore dell’industria ittica artigianale, hanno denunciato i danni che le trivellazioni previste nelle Isole Canarie potrebbero causare ad uno dei 5 affioramenti d’acqua profonda che arricchiscono gli Oceani di tutto il mondo, “il Polmone dell’Atlantico Medio”.

Il tribunale ignora i ricorsi delle associazioni

Il tribunale supremo ha ignorato ben 7 ricorsi pianificati dagli ecologisti contro il decreto di marzo 2012, che autorizzò la multinazionale privata Repsol ad effettuare trivellazioni per la ricerca di idrocarburi a est di Fuerteventura e Lanzarote.

Ma non solo: il Ministero dell’Ambiente appoggiò la multinazionale dichiarando esito favorevole alle trivellazioni, nonostante la netta opposizione di tutti gli abitanti delle Isole.

Alle Canarie la protesta si fa sentire

L’indignazione si è estesa in tutta la Spagna: il 7 giugno scorso gli spagnoli sono scesi in piazza in diverse regioni (cifre indipendenti parlano di 200mila manifestanti, secondo il Governo 47mila), per opporsi al piano d’estrazione della Repsol a largo delle isole di Lanzarote e Fuerteventura. Sia il Governo delle isole, quanto buona parte del Parlamento autonomo locale, hanno ribadito la loro contrarietà al progetto.

Julio Barea, responsabile della campagna di Greenpeace, ha definito le Canarie come “il Golfo Persico delle energie rinnovabili” e ha sottolineato che solo con la applicazione in tutta Europa di misure d’efficienza energetica, si potrebbero risparmiare 200 miliardi di Euro in tutto il continente, creando 1 milione e 400 mila posti di lavoro fino al 2020.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy fa finta di non sentire.