Home C'era una volta Clarence Gatemouth Brown, l’allievo di T-Bone Walker

Clarence Gatemouth Brown, l’allievo di T-Bone Walker

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Il 18 aprile 1924 nasce a Vinton, in Louisiana, Clarence Brown, soprannominato Gatemouth, uno dei bluesman più vivaci e attivi della storia di questo genere

Gli inizi negli House Parties

Stabilitosi nel Texas a soli sei mesi, Brown viene in genere considerato un tipico esponente del blues di quella regione, cui ama richiamarsi anche nella foggia del vestire, oltre che nello stile. Impara la chitarra dal padre, e in seguito si sperimenta anche e a suonare il violino e l’armonica, strumenti con i quali si esibisce anche nei concerti. La sua carriera inizia negli house parties con suo fratello Widemouth e per le strade texane, fin quando non viene ingaggiato nello spettacolo itinerante “Brown Skin Models” che lo conduce nelle più remote regioni degli Stati Uniti. Il suo primo importante ingaggio avviene al Bronze Peacock Club di Don Robey a Houston e arriva grazie all’aiuto di T -Bone Walker. Il successo ottenuto durante queste esibizioni gli consente di registrare parecchi dischi con l’Aladdin.

La stella di Bogotà

Nel 1949 è al Ritz Cocktail Lounge di Chicago e subito dopo al Royal Peacock di Atlanta. Gli anni Cinquanta contrassegnano il suo trionfo con alcuni brani di grande successo come Boogie Uproar, Okie Dokie Stomp e Ain’t That Dandy. Una permanenza di otto mesi a Bogotà in Colombia lo consacra come una stella della radio e della televisione locali. Nel 1967 si stabilisce a Denver nel Colorado, ma l’ansia del vagabondaggio, tipico di tutti i bluesmen, lo conduce prima a Farmington nel Nuovo Messico e poi in giro per il mondo. Allievo prediletto di T-Bone Walker, Gatemouth Brown è riuscito a crearsi uno stile molto originale sia come cantante sia come strumentista. Il suo impulsivo e focoso temperamento si realizza meglio nel canto e alla chitarra, ma c’è anche da sottolineare il notevole calore umano che riesce ad infondere nei tempi lenti e nei blues dal contenuto più drammatico. Muore il 10 settembre 2005.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".