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Commissione Europea: Glifosato, nessuno stop ai pesticidi

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La Commissione europea, chiamata a decidere sull’uso del composto chimico Glifosato, sceglie di non decidere e punta ad una proroga di 18 mesi. Fino al 30 giugno prossimo, quindi, nessuna nuova certezza sulle regole.

Pesticidi, sul Glifosato la Commissione europea non decide

Ancora nessuna chiarezza sulle posizioni della Commissione europea riguardo alla questione Glifosato. I commissari scelgono la via di mezzo e decidono per una proroga di altri 18 mesi cercando di prendere tempo in attesa di risposte certe sulla sua tossicità, lasciando però la possibilità, agli stati membri, di vietarne l’uso.

Un primo rinvio sul suo utilizzo era già stato concesso alla Monsanto, società produttrice del pesticida, lo scorso mese di aprile, ma riguardava solamente le applicazioni professionali, mentre ne vietava l’uso nei prodotti fai-da-te. La decisione, ratificata a Strasburgo, era in attesa di chiarimenti sulla sua tossicità.

Glifosato, nessuna certezza sulla sua tossicità

Lo IARC (International agency for research on cancer) aveva definito il Glifosato “sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente cancerogeno anche per l’uomo”, denunciando, insieme a varie organizzazioni non governative e di consumatori, la sua pericolosità. Molti esperti accademici di mais, inoltre, avevano allertato l’Environmental Protection Agency americana, preoccupati circa le prospettive sulla produzione di mais della Monsanto. Di contro l’Efsa, agenzia europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, ha invece appena comunicato che, da analisi, il Glifosato “sembra” non essere cancerogeno, e quasi tutti gli Stati membri, ad eccezione della Svezia, hanno condiviso questa conclusione.

Il nodo, secondo la Commissione europea, non è la salute o meno dei cittadini, ma il normale svolgersi del prossimo referendum britannico sulla permanenza o sull’uscita dalla Ue. Il glifosato infatti è usato massicciamente oltre Manica, tanto che il suo ritiro creerebbe enorme malcontento tra gli agricoltori britannici e la convivenza, tra la scadenza della autorizzazioni per il suo utilizzo insieme al voto pro o contro ”Brexit”, complicherebbe la situazione.

Fatto sta che in Consiglio non è stato possibile raggiungere la maggioranza qualificata, necessaria per estendere fino al 2023 l’autorizzazione all’utilizzo della sostanza incriminata, e si è quindi scelto di prendere tempo per altri 18 mesi nell’auspicio di trovare una soluzione definitiva, aspettando una spiegazione tecnica defintiva per mettere a tacere le voci sulla pericolosità del prodotto.

A quel punto non si potrà fare altro che decidere se continuare ad autorizzarlo o toglierlo definitivamente dal mercato.