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Da Aboca un libro sulla storia del dolce

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Se cercate qualcosa che unisca gli uomini attraverso i secoli, i continenti e perfino le religioni, lo avete trovato. È il dolce. Sapore e simbolo, gusto e filosofia, piacere e pensiero, la storia del “dolce” ci porta alla scoperta di una vicenda appassionante che attraversa i millenni per arrivare non solo al nostro palato ma anche al nostro modo di vivere.

Ce lo racconta Il dolce, il piacere del gusto nella storia, un libro pubblicato da Aboca Edizioni e scritto da due autori di primissimo piano: Ettore Franca, docente di Tecnologia degli alimenti e giornalista, e Alfredo Taracchini Antonaros, gourmet, romanziere e  studioso del cibo come cultura.

Un libro sulla storia del dolce

Il libro è ricchissimo di aneddoti, informazioni, dettagli. E illustrazioni d’epoca assolutamente magnifiche. In maniera sorprendente ci fa viaggiare in tutti campi del sapere, da quello nutrizionale alla letteratura, dalla storia del costume all’economia.  Per scoprire che il dolce non è “uno dei sapori”. È il re dei sapori. “Da sempre – scrivono gli autori – gli uomini hanno pensato che il dolce fosse il migliore dei sapori, il più perfetto, come lo definivano medici quali Ippocrate, Galeno e i loro epigoni medioevali”. Ma si può andare più indietro nel tempo, al 2.000 a.C., per esempio, con ceramiche sumere che fanno riferimento al miele come farmaco. O in Oriente, dove l’antica medicina ayurvedica considera il miele “antitossico, regolatore, purificante afrodisiaco, dissetante, refrigerante”.

Il dolce mette d’accordo anche le religioni. “Nella Bibbia, nel Corano e nel Talmud il miele rappresenta l’assoluto benessere. Latte e miele diventano la materia prima con cui il Creatore ha edificato la terra promessa e disegnato il paradiso”. E mette d’accordo anche le età dell’individuo, perché “ha un radicamento biologico innato” e infatti “già pochi minuti o poche ore dalla nascita i lattanti bevono più acqua zuccherata che acqua pura”.  E la ricerca del dolce proseguirà per tutta la vita.

Il dolce non è solo un sapore

Ma nessuno pensi che il dolce sia solo un sapore. “La dolcezza – spiegano gli autori – è diventata anche per estensione il termine per definire tutto ciò che è gradevole ai sensi. Definiamo dolce in generale tutto ciò che si lega al piacere fisico, ideale o sentimentale”.
Dolce è anche trascendenza e carnalità. In Sant’Agostino, per esempio, “è Dio stesso a diventare dolce”, però è sempre Sant’Agostino a legare la dolcezza al piacere sensuale “amare ed essere amato –  dice senza pudore – mi era più dolce se possedevo anche nel corpo la persona amata”. Insomma, ovunque ci sia piacere, spirituale o fisico, il sapore è dolce.

E l’uomo, da sempre, lo cerca. Prima nei frutti, poi in quello che sarà per lunghissimo tempo il principe assoluto del “dolce”, il miele. Per millenni. Risalgono addirittura a 9.000 anni fa, in Africa, le prime immagini nitide di apicoltura. E bisognerà aspettare il XVI secolo perché arrivi in Europa la “rivoluzione dello zucchero”. Era già comparso come medicinale con le Crociate, nel Medioevo, portato dagli Arabi, che avevano confidenza con lo zucchero già dal VI secolo. Per altro a loro dobbiamo anche la figura del pasticciere. Ma la scoperta“ in cucina” dello zucchero e la diffusione del suo uso arriverà solo con la colonizzazione dei paesi dell’America latina.

Dal miele allo zucchero… alla sapa al melasso ai datteri…

Miele e zucchero. Ma anche manna, sciroppo d’acero, zucchero di stevia, sapa, melassa, malto, zucchero di mais, datteri, succo d’agave, zuccheri di palma, fichi, uva.  Fino ai dolcificanti o edulcoranti naturali. C’è tutto in questo libro per scoprire il mondo del dolce. Scopriamo perfino che, secondo la CIA, Al Qaeda avrebbe una catena internazionale di produzione e vendita del miele con cui si finanzia. E in più “l’odore e la consistenza del miele rendono facile nascondere armi e droghe nei carichi da spedire”. Per ricordarci che non è dolce tutto ciò che sembra dolce. E per insegnarci a riconoscere i mille volti di questo sapore che è l’essenza della vita.

Ma anche per scoprire, ad esempio, cosa sono la monellina o la miracolina. O per leggere quei versi del Cantico de’ Cantici o di Shakespeare o di Dante, dove il dolce è simbolo, metafora, affabulazione.

E viene da dire, riprendendo con qualche licenza Dostoevskij, che la dolcezza salverà il mondo. Questo libro ci aiuta a capire perché.

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