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Eolico, l’Italia quinta in Europa

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Per la sua potenza di energia eolica installata l’Italia è il quinto paese in Europa. Una buona notizia per la green economy. Questo quanto conferma il rapporto Global Wind Energy 2016.

Eolico, Italia al quinto posto

Si tratta di 9 gigawatt (GW) di potenza installata e, con questi, l’Italia si posiziona dopo Germania (44,9 GW), Spagna (23 GW), Regno Unito (13,6 GW) e Francia (10 GW).

Nell’Unione la capacità degli impianti eolici – si legge nel rapporto –  ha raggiunto i 141,6 GW, e il settore rappresenta quasi la metà (44,2%) del totale della nuova potenza installata nel 2015. Il quadro è però abbastanza disomogeneo, col 47% di tutti i nuovi impianti dell’Ue del 2015 avviati nella sola Germania, il Paese che, anche questo, resta al primo posto nella top ten dello sviluppo sostenibile.

Energia eolica, il futuro sostenibile è possibile

La capacità di energia eolica in Europa  – sempre secondo il rapporto  – potrebbe aumentare fino a 200 GW nel 2020 (+ 42% dal 2015) per raggiungere 320 GW nel 2030 (+ 126% rispetto al 2015). Ciò significa che, nel 2030, l’energia eolica potrebbe fornire fino al 20% della elettricità su scala globale creando 2,4 milioni di nuovi posti di lavoro.

Si tratta di investimenti che potrebbero produrre e garantire fino a 200 miliardi di euro l’anno, senza contare il contributo alla riduzione delle emissioni di Co2 di oltre 3,3 miliardi di tonnellate l’anno.

Questo sarebbe del resto anche in linea con quanto espressamente richiesto dall’accordo di Parigi sul clima. L’importanza di riorientare nuove politiche energetiche verso una green economy è ormai un’esigenza imprescindibile.

Energia eolica, passo importante per accordi su clima

In Italia, nel frattempo, proprio su questo si è espresso anche il presidente della commissione ambiente alla Camera, Ermete Realacci, dove si è dato il via libera al Ddl per la ratifica dell’Accordo di Parigi sul clima.

Lo scopo espressamente richiesta dall’ultima conferenza sul clima dovrà essere proprio quello di incentivare pratiche virtuose da parte delle aziende che producono energia per contribuire fattivamente all’adozione di comportamenti energetici sostenibili, in linea con il dettato del recente Accordo.

L’Accordo di Parigi sul clima, sottoscritto lo scorso mese di novembre 2015 e contenente un impegno a ridurre le emissioni globali, aveva compiuto un importante passo avanti verso la sua applicazione grazie alla ratifica da parte del parlamento europeo avvenuta proprio lo scorso 4 ottobre. Finora, infatti, solo 62 paesi, responsabili del 52% circa delle emissioni globali di gas serra, avevano ratificato l’accordo, che potrà entrare in vigore solo trenta giorni dopo che gli Stati responsabili di almeno il 55% delle emissioni, lo avranno ratificato.

Con la ratifica da parte dell’UE, questa soglia verrà superata, ma perché sia pienamente efficace dovrà essere a sua volta ratificato dai singoli parlamenti europei. Ecco perché il via libera da parte dell’Italia rappresenta un altro importante passo avanti verso l’entrata in vigore dell’accordo.