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Festeggiare la Street Art, 15 anni di Rosso20sette

– L’autore è JR, ovvero lo pseudonimo rappresenta le iniziali del suo nome (Jean René) ed alludono al personaggio principale della serie americana “Dallas”

Rosso20sette Arte Contemporanea di Roma, dal 13 giugno e fino al 17 luglio 2020, festeggia 15 anni di attività con una collettiva che vede protagonisti street artist internazionali come JR, Obey, Pure Evil, D*Face ed importanti street artist italiani come Maupal, Marco Rèa, Demetrio Di Grado e Pax Paloscia. JR, D*Face, Shepard Fairey aka Obey, Pure Evil, Maupal, Marco Rèa, Demetrio di Grado sono a cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro. Rosso20sette ha aperto il suo primo spazio espositivo a giugno del 2005: in questi 15 anni di attività ha realizzato oltre 60 mostre con più di 300 artisti esposti, spaziando dal mondo della fotografia alla street art. Al fine di garantire il distanziamento secondo le prescrizione delle leggi in vigore, la mostra sarà visibile da sabato 13 giugno fino al 17 luglio 2020 seguendo gli orari della galleria: dal martedì al sabato 11 – 19.30 –

Rosso20sette arte contemporanea, si trova a via del Sudario 39, Roma – tel. 06 64761113INFO –info@rosso27.comwww.rosso27.comwww.interno14next.it

LOCANDINA

Questa forzata interruzione dovuta alla pandemia di Covid 19 di molte delle attività umane, non solo culturali, ha interrotto anche le presentazioni di un mio libro, edito alla fine del 2019 – intitolato Città reali, città immaginarie Migrazioni e metamorfosi creative nelle società nell’Antropocene, tra informatizzazione ed iper/urbanizzazione (Robin editore) – nel quale parlo anche di Street art nel contesto delle trasformazioni delle città da contenitori in organismi più adatti alla funzione di intermediario, di collegamento tra dentro e fuori, tra individualità e socialità. Spazio quindi, non utilizzato solo a fini commerciali e manipolativi, ma piuttosto spazio etico e luogo del simbolico dove l’Arte, già uscita come abbiamo visto dalle Gallerie e dai Musei, possa esprimersi liberamente per interpretarne lo spirito del tempo. Uno spazio dove porre interrogativi, o semplicemente dare sollievo a chi li produce, come a chi li guarda, interpretando le emozioni, dando loro una forma attraverso il segno che, oltre alla terza dimensione, ne preveda anche una quarta, il tempo, riferita all’identità storica del Luogo, ma inserita nel rapporto con la condizione umana di transitorietà. Infatti l’attuale Street art si pone come arte pubblica, eclettica, ma sottoposta all’usura degli eventi climatici. Ricordando anche che la vocazione del libro (espressa nel titolo) era quella di trovare una strada per uscire dal labirinto – distinguendo tra le enunciazioni: “città reali e città immaginarie”, sempre dopo la constatazione che le città reali diventano sempre più grandi e deformi e che nonostante questa complessa e sofferta vivibilità, attirano tante persone – rimane la definizione ipotetica delle “città ideali”, che da qualche parte devono pur essere evocate, mentre in ogni labirinto che si rispetti ovvero in quello delle “città immaginarie”, c’era sempre un mostro in agguato, al quale bisognava versare un tributo di sangue.

Shepard Fairey aka Obey Peace Mujer

Ebbene da qui dobbiamo ripartire, poiché il mostro è diventato reale e le città per almeno tre mesi sono tornate ad essere contenitori, anche per questo dovremmo apprezzare questo tipo di arte e questi splendidi artisti che ci mettono in contatto con una nuova forma di città.

JR è cresciuto a Montfermeil con i genitori, i quali avevano uno stand al mercato delle pulci di Porte de Clignancourt. Ha studiato al liceo Stanislas prima di cominciare la sua carriera nei graffiti. Lo pseudonimo rappresenta le iniziali del suo nome (Jean René) e alludono al personaggio principale della serie americana “Dallas”: J. R. Ewing.JR si definisce come un “artivisto urbano”.  Dopo essere state esposte nelle città da cui sono originari i soggetti di JR, le immagini viaggiano da New York a Berlino, da Amsterdam a Parigi. È rappresentato dal gallerista Emmanuel Perrotin in Francia (Rue Turenne, Paris), a Hong Kong e a New York, da Magda Danysz in Cina, e da Simon Studer Art in Svizzera. Durante alcune mostre, offre ai visitatori il loro ritratto su un poster grazie a una gigante cabina fotografica. Lavora con un’équipe di una quindicina di persone tra Parigi e New York.

D*Face è cresciuto in un quartiere non distante da Wimbledon e fin da piccolo ha avuto un interesse per i graffiti. Da adolescente, appassionato di skateboarding, si è interessato agli adesivi e alla mentalità fai da te associata allo skate e alle fanzine punk.Ha frequentato un corso di illustrazione e design e ha lavorato come illustratore e designer freelance mentre affinava i suoi lavori di strada. Tra le sue influenze la campagna artistica Obey Giant di Shepard Fairey, Jim Philips, hip hop, musica punk e i cartoni animati popolari. Ha tenuto la sua prima grande mostra personale a Londra, Death & Glory, alla galleria Stolenspace nell’ottobre 2006. D*Face è stato proprietario e curatore dell’Outside Institute, la prima galleria d’arte contemporanea di Londra a concentrarsi sulla street art. Nel 2010 ha collaborato con Christina Aguilera per la copertina del suo album Bionic, mentre il progetto più recente di D*Face ha riguardato la realizzazione della copertina dell’album California dei Blink-182, rilasciato il 1 luglio 2016.

Pure Evil è nato nel 1968 nel sud del Galles. Dopo aver finito gli studi in fashion design, Charles si trasferì agli inizi degli anni ‘90 in California perché non si ritrovava nelle scelte operate in UK dalla Lady di Ferro Margaret Thatcher. Vivere in quegli anni sulla West Coast significava essere al centro della nascente cultura street. Pure Evil inizia, così, a lavorare come designer per il brand di abbigliamento Anarchic Adjustmented ed entra anche nel circuito della musica elettronica a San Francisco. Ed è sempre sulla costa californiana che inizia la street art di Pure Evil. Dopo 10 anni trascorsi negli States, Charles torna a Londra e inizia a dipingere per le strade della capitale britannica entrando in contatto con altri artisti che popolavano con i propri graffiti le strade dei sobborghi della città tra cui Ben Eine, D*face, Paul Insect e soprattutto Banksy. Con loro prende vita il Santa’s Ghetto, una sorta di galleria itinerante volta a disintermediare i mercanti d’arte.

Pax Paloscia

Frank Shepard Fairey aka Obey (Charleston, 15 febbraio 1970) è un artista statunitense. Figlio di un medico e di un agente immobiliare, Fairey cresce nella Carolina del Sud, compie studi artistici e nel 1988 si diploma presso l’Accademia d’arte. Nel 1989 idea e realizza l’iniziativa Andre the Giant Has a Posse; dissemina i muri della città con degli adesivi (stickers) che riproducono il volto del lottatore di lotta libera André the Giant; gli stessi sono stati poi replicati da altri artisti in altre città. Lo stesso Fairey ha poi spiegato che non vi era nessun significato particolare nella scelta del soggetto: il senso della campagna era quello di produrre un fenomeno mediatico e di far riflettere i cittadini sul proprio rapporto con l’ambiente urbano. Ma l’iniziativa che ha dato visibilità internazionale a Fairey è stato il manifesto Hope che riproduce il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia, diventato l’icona della campagna elettorale che ha poi portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca. Il critico d’arte Peter Schjeldahl ha definito il poster “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”. Il manifesto apparve, sempre durante la campagna elettorale del 2008, con altre due scritte: “Change” e “Vote”. Il comitato elettorale di Obama non ufficializzò mai la collaborazione con Fairey, probabilmente perché i manifesti venivano affissi illegalmente, come nella tradizione della street-art, ma il presidente, una volta eletto, inviò una lettera all’artista, resa poi pubblica, in cui ringraziava Fairey per l’apporto creativo alla sua campagna. La lettera si chiuse con queste parole: “Ho il privilegio di essere parte della tua opera d’arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno”.

Marco Réa è nato il 1º novembre del 1975 a Roma, dove ha condotto studi artistici dapprima al liceo, poi studiando fumetto ed illustrazione ed infine laureandosi in storia dell’arte. Parallelamente agli studi, negli anni novanta utilizza le bombolette spray per fare graffiti ed ha continuato ad utilizzarle in seguito, per realizzare le sue opere. Réa altera immagini pubblicitarie, come cartelloni e copertine di riviste di moda, usando le bombolette spray per dar vita a nuove rappresentazioni. Le opere dell’artista romano, apparentemente distruttive nei confronti del mondo della moda, hanno destato l’interesse di celebrità e persone del settore. Réa non compie un atto dissacratorio, ma di cambiamento e denuncia, dipingendo sulle immagini che propongono una realtà falsificata per rivelarne un’altra più autentica e personale. Ha partecipato con le sue opere alla settimana della moda di Parigi ed è oggi tra i più noti fashion illustrator. Contattato da Nick Knight per collaborare con SHOWstudio, ha realizzato opere per il progetto Prayer to Saint Therese di Chloe Sevigny e Michel Gaubert ed ha partecipato a Moving Kate, una mostra dedicata a Kate Moss. Nel 2018 ha esposto al MACRO di Roma.

Demetrio Di Grado

MauPal è un artista poliedrico romano: è infatti un disegnatore, un grafico, un decoratore e scenografo ed anche pittore e scultore. Ha frequentato il liceo artistico A. Caravillani e successivamente l’Accademia delle Belle Arti di Roma, in cui sin da subito mostra una particolare predisposizione per il disegno e dove coltiva il suo amore per l’arte e per la sperimentazione. Nel suo processo creativo include ogni volta supporti differenti e materiali particolari come carte da gioco, sughero, vetro, plastica e lana d’acciaio, arrivando ogni volta a risultati nuovi, e dando vita ad oggetti ed opere unici. MauPal mostra una grande abilità manuale, ciò si evince dalle sue particolari sculture che ogni volta nascono da materiali differenti che però non vengono mai snaturati ma mostrati al pubblico attraverso diverse sfaccettature della loro stessa natura. Il suo murale Super Pope, dedicato a Papa Francesco e realizzato a Borgo Pio, ha fatto molto parlare di lui. Lo street artist ha anche incontrato Papa Bergoglio e gli ha donato un dipinto che riproduce la sua opera: il Papa in vesti da super eroe.

Pax Paloscia è un’artista italiana che vive tra Roma e New York. Ha collaborato per anni con le più prestigiose agenzie pubblicitarie e case editrici realizzando importanti progetti fotografici e illustrativi. Tra i suoi clienti figurano: Rolling Stone, Urban, Enville, Sole24Ore, Feltrinelli, Enaudi, McCann Erickson, Leo Burnett, Saatchi & Saatchi, J. W. Thompson, Publicis, Ogilvy, IBM, Nike, Mazda, Omnitel, EMI, Findus, Levi’s, Fnac, Mandarina Duck. Diplomata all’International Center of Photography di New York, le sue opere sono state pubblicate in diversi progetti editoriali ed esposte in mostre personali e collettive in numerosi musei e gallerie in Italia e all’estero. Recentemente ha preso parte alla rassegna “Cross the Streets” al MACRO di Roma (aprile 2017) e all’edizione 2016 di “Scope Art Fair” a New York. Nel 2017 presenta la personale Alice down to the Rabbit hole presso la galleria Rosso20sette.

Demetrio Di Grado, nato a Palermo nel 1976, dopo un trascorso nella cultura Hip Hop, dal 1994 al 2000, rimane affascinato dall’arte e, in particolare, dalla pittura. Nel percorso artistico da autodidatta, ha avuto modo di esporre i suoi lavori in tutta la Sicilia con numerose mostre itineranti collettive e personali. Dal 2012 ha dato inizio ad un nuovo progetto artistico, costituendo l’Associazione ManSourcing, impegnata attivamente nella promozione dell’arte attraverso le sue varie declinazioni: festival di arte urbana con la partnership di numerosi artisti nazionali e internazionali, curando eventi artistici che hanno dato modo alla gente comune di fruire dell’arte contemporanea in luoghi non convenzionali. In parallelo svolge un’intensa attività artistica all’interno di gallerie, palazzi comunali e musei, permettendo ad artisti e addetti ai lavori la possibilità di un confronto attivo e collaborativo. Da sempre interessato alla tecnica del collage, dal 2016 ha riscritto la sua biografia, ripartendo da zero tra l’Italia e l’Estero.

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