Home C'era una volta Floyd “Stumpy” Brady: alla medicina preferisco il trombone

Floyd “Stumpy” Brady: alla medicina preferisco il trombone

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Il 4 agosto 1910 nasce a South Brownsville, in Pennsylvania, il trombonista Floyd Maurice Brady, più conosciuto come Floyd “Stumpy” Brady

Un medico mancato

I suoi genitori vorrebbero farne un medico ma lui preferisce suonare con gli amici. All’inizio si cimenta in vari strumenti ma poi sceglie il trombone. Interrotti gli studi di medicina per dedicarsi alla musica, inizia a esibirsi nel 1927 con i Peerless Syncopators di John Hawkins. Suona con la Gordon Emory Band e dal 1928 con i Chocolate (Beau) Brummels di Zack White, una delle più quotate territory bands dell’epoca, con la quale registra nel 1929 a Richmond i suoi primi dischi. Successivamente suona con il pianista Cliff Barnett e con le orchestre di J. Frank Terry e di Al Sears. Nel 1930 conosce Andy Kirk al Savoy Ballroom di New York ed entra nella sua formazione, per rimanervi fino al 1934.

Con Ella e Billie

Dopo aver suonato con i McKinney’s Cotton Pickers, dal 1936 al 1938 fa parte dell’orchestra di Claude Hopkins, accanto a Vic Dickenson. Tra il 1939 e il 1940 suona con la big band di Teddy Wilson, partecipando fra l’altro a due sedute di incisione per la Columbia. Nel maggio dello stesso anno accompagna in sala di registrazione Ella Fitzgerald e l’anno successivo entra nell’orchestra di Lucky Millinder. Suona anche con Al Sears e Count Basie e nel 1945 fa parte della big band di Joe Guy che accompagna Billie Holiday. Lasciata questa formazione suona con Jay McShann a Dallas, con Fletcher Henderson e brevemente con Roy Eldridge e Cat Anderson. Le precarie condizioni di salute lo costringono a ridurre sensibilmente l’attività durante gli anni Cinquanta, per riprenderla negli anni Sessanta nel corso dei quali si esibisce con le orchestre di Slide Hampton, di Lucky Roberts e con Edgar Battle. Muore nel mese di febbraio del 1998.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".