Il 12 gennaio 1989 muore per un’emorragia cerebrale Franco Fanigliulo, uno dei più geniali cantautori italiani degli anni Settante e Ottanta. Nato a La Spezia il 9 febbraio 1944, figlio di un marconista della Marina Mercantile e di una pianista, inizialmente coltiva più la passione per il mare che quella per la musica.
La musica non può essere un vero lavoro
Si imbarca come marinaio ma dopo qualche anno una serie di problemi di salute causati da una malattia reumatica gli consigliano di tornare sulla terraferma. Inizia a comporre musica ma non pensa che quello possa essere un vero lavoro. Per sbarcare il lunario si adatta a quello che capita. Fa il taglialegna, il garzone di bottega, per qualche tempo si ingegna anche come rappresentante di prodotti di bellezza e infine sceglie di fare l’agricoltore nell’entroterra ligure. La musica, pur restando sostanzialmente un hobby, diventa una componente sempre più importante nella sua vita e pian piano il suo nome comincia a essere conosciuto al di fuori della zona nella quale vive. Suona anche con alcuni gruppi musicali. La situazione cambia quando viene scoperto dal bassista Franco Ceccarelli, uno dei fondatori dell’Equipe 84, che lo presenta a Caterina Caselli, alla ricerca di nuovi talenti per una scuderia particolare come la Ascolto. Nel 1977 Fanigliulo pubblica il suo primo album. Si intitola Mi ero scordato di me, è prodotto e arrangiato da Ceccarelli e viene accolto bene dalla critica. In quello stesso anno partecipa al film d’esordio di Roberto Benigni “Berlinguer ti voglio bene” di Giuseppe Bertolucci interpretando il ruolo del cantante dei Romeo e Los Gringos, un improbabile gruppo musicale.
Goodbye mai!
Nel 1979 presenta al Festival di Sanremo il brano A me mi piace vivere alla grande per il quale deve anche difendersi dall’accusa di vilipendio alla religione per il passaggio «E adesso che Gesù/ha un clan di menestrelli/che parte dai blue-jeans/e arriva a Zeffirelli». Nello stesso anno pubblica l’album Io e me seguito nel 1980 da Ratatam pum pum. Nel 1983, dopo la chiusura della Ascolto entra per qualche tempo nella Numero Uno la casa discografica di Mogol e Battisti pubblicando Benvenuti nella musica, un album con quattro brani prodotto da Shel Shapiro. L’ambiente musicale, però, lo ha un po’ stancato e decide di occuparsi più della sua fattoria a Prati di Vezzano Ligure. Continua comunque a comporre e nel 1987 inizia a collaborare con Vasco Rossi e la sua banda di amici, in particolare con Gaetano Curreri e Massimo Riva. Proprio per l’etichetta di Vasco incide L’Acqua Minerale, un singolo che sembra preludere a un suo ritorno. Nel 1988 collabora agli arrangiamenti e alla realizzazione dell’album Blue’s di Zucchero. Inizia anche a lavorare a un progetto personale: un album intitolato provvisoriamente Sudo ma godo. La morte improvvisa causata da un’emorragia cerebrale non gli consente di portare a termine questo ultimo lavoro. Il materiale già realizzato verrà inserito nell’album postumo Goodbye mai, ricco di inediti e pubblicato grazie al lavoro e all’interessamento di un gruppo di amici.