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Fred Bongusto, una voce da night

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Il 6 aprile 1935 nasce a Campobasso Fred Bongusto, uno dei protagonisti della scena musicale degli anni Sessanta. All’anagrafe è registrato con il nome di Alfredo Buongusto. Sua mamma è veneta e papà campano. Gli anni dell’infanzia non sono facili. Tira aria di guerra e allo scoppio del conflitto suo padre viene spedito sul fronte greco. Non tornerà più. Nel 1942, quando arriva la notizia della sua morte, il futuro Fred Bongusto ha soltanto sette anni e tanti sogni. A scuola è bravino e la madre lo incoraggia a proseguire gli studi. Frequenta il liceo classico “Mario Pagano” e dopo la maturità si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Modena coltivando una nuova irresistibile passione: la musica. Uno zio musicista per diletto e grafico di professione gli ha regalato una chitarra e il ragazzo pian piano ha imparato a suonarla fino a restare sempre più affascinato dalle canzoni. Tra lo studio e la musica sceglie sempre di più la seconda finendo per abbandonare gli studi universitari e tornare a Campobasso. Sono anni intensi di passioni e speranze. Gioca a calcio con risultati discreti ma soprattutto suona e canta in vari gruppi locali. Deciso a giocarsi il suo destino fino in fondo lascia di nuovo Campobasso per cercare fortuna altrove. Nei primi anni Sessanta Fred Bongusto comincia a essere molto conosciuto tra i frequentatori dei locali da ballo e dei night-club. L’Italia dopo gli sforzi della ricostruzione sta uscendo dalle difficoltà economiche e la gente ha una gran voglia di divertirsi. In questi anni, che verranno poi ricordati come quelli del “boom”, Bongusto imbocca finalmente la strada giusta per il successo.

Una voce calda e seducente

Negli Stati Uniti li chiamano “crooner” qui da noi sono chiamati “cantanti confidenziali”. Negli anni Cinquanta e Sessanta il loro ambiente naturale era il night, un luogo popolato da figure distratte dove la musica era un elemento aggiuntivo costretto a farsi strada tra il tintinnìo di bicchieri e il brusio sotterraneo delle parole pronunciate sottovoce. Non era facile per un musicista farsi notare in questi locali dove il fumo delle sigarette lasciate consumare nel portacenere era parte della scenografia e il fruscìo delle calze che inguainavano le gambe di donne misteriose e affascinanti solleticava l’udito più della canzone eseguita in quel momento. Proprio in questo territorio particolare nasce e cresce la popolarità di Fred Bongusto, un cantante dalla voce inconfondibile, calda e seducente, capace di insinuarsi negli angoli più nascosti della melodia per trarne vibrazioni inaspettate. Il 1964 per lui è l’anno della consacrazione. Il grande successo arriva con Una rotonda sul mare, una delle canzoni più conosciute del suo repertorio. Per il cantante è un periodo magico con ripetuti successi discografici e grandi soddisfazioni con brani come Frida e Malaga.

Una solida preparazione musicale

Negli anni di maggior successo la critica lo paragona a Frank Sinatra. Il paragone, pur se lusinghiero, è impreciso perché Fred Bongusto non è il clone di nessuno. Il suo stile fascinoso attinge a una solida preparazione musicale e alla capacità di modulare la voce in modo particolare alternando toni caldi e pieni a passaggi quasi sussurrati, suadenti e di grande suggestione. Melodico e moderno al tempo stesso attraversa gli anni Sessanta con piglio da protagonista e quando l’aria cambia non si fa sedurre dalle sirene delle nuove mode, non cerca improbabili adattamenti ad altri generi. Fedele al suo stile trova nuovi stimoli in altri lidi, soprattutto in Sud America dove è considerato ancora oggi una stella di prima grandezza. Il 2 giugno 2006 viene nominato commendatore dal Presidente della Repubblica. In suo onore la città di Roma organizza un grande concerto presso Villa Celimontana cui partecipano migliaia di persone. Nell’inverno del 2007 è nuovamente protagonista di una affollatissima tournée in Uruguay e in Argentina. Il 22 aprile 2013 canta in pubblico in un concerto in ricordo di Franco Califano.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".