Home C'era una volta Il freddo gela gli Wailers

Il freddo gela gli Wailers

SHARE

Il 30 novembre 1973 Bob Marley e gli Wailers guidano a turno uno scassato pullman a nove posti sulle ghiacciate strade della Gran Bretagna. Sono reduci da un concerto nella fredda sala del Polytechnic di Leeds e devono percorrere trecento chilometri per raggiungere Northampton, dove è programmato il loro prossimo concerto.

Da un caldo tropicale al freddo assoluto

Fa freddo, nevica e il riscaldamento del pullman funziona a singhiozzo. La band passa da un caldo tropicale al freddo assoluto. Marley cerca di tenere su l’ambiente, ma i suoi compagni non sono dell’umore giusto per ostentare ottimismo. Freddo a parte non sono tempi buoni per il gruppo giamaicano. Il cambiamento di stile operato con  Burnin’, un album duro, militante, con testi d’impegno sociale sembra non portare fortuna. Bob e i suoi compagni si sono lasciati dietro le spalle i fronzoli e le incertezze del passato, definendo uno linguaggio secco, preciso e immediato che in pochi versi entra direttamente nel problema e dà il quadro della situazione. Dopo averli coccolati per tanto tempo il music business è apparso subito perplesso, quando non decisamente, sconcertato da brani come Get up, stand up, divenuto quasi un inno della band, o dallo scioccante I shot the sheriff, destinato a grandi fortune nelle mani di Eric Clapton. Nonostante tutto la pubblicazione del disco era coincisa con la scrittura per un lungo tour negli Stati Uniti insieme a un’altra band discussa come Sly & The Family Stone.

E se piantassimo tutto?

Quello che sembrava l’inizio di una straordinaria avventura era durato il breve attimo di un respiro. Dopo soli quattro concerti, il gruppo era stato licenziato e per recuperare le spese aveva dovuto accontentarsi di un’esibizione in cambio di un pugno di soldi a San Francisco negli studi dell’emittente radiofonica KSAN. Dopo tanti sogni la tournée britannica li ha fatti precipitare per l’ennesima volta al punto di partenza. Mentre il pullman viaggia sotto la neve verso Northampton i componenti della band hanno il morale a terra. Bob ostenta il solito ottimismo ma non li convince. Per tutti parlano Bunny “Wailer” Livingstone e Peter Tosh: «…e se piantassimo tutto e tornassimo in Giamaica? …tanto anche questo tour finirà male…» Marley replica a muso duro: «Volete andarvene? Andatevene!». Offesi, i due se ne vanno davvero. La tournée britannica finisce lì ma, fortunatamente, non si chiude la storia di Bob Marley e degli Wailers che, dopo qualche tempo, riprenderanno il loro cammino.

 

Previous articleRifiuti, la Campania con le tasse più alte
Next articleQualità della vita, a Belluno si vive meglio
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".