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I funerali di Berta Cáceres, attivista ambientale assassinata in Honduras

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Berta Cáceres ambiente

Una folla immensa composta da amici, parenti, simpatizzanti ed attivisti, ha partecipato al funerale di Berta Cáceres a La Esperanza, 200 km a nord ovest di Tegucigalpa, capitale e città più popolosa dell’Honduras.

Berta Cáceres, aggredita in casa e assassinata

Berta Cáceres, attivista ambientale e strenuo difensore dei diritti umani, 44 anni e 4 figli, aveva ricevuto, nel 2015, il famoso premio Goldman per il suo impegno ambientalista e per i suoi sforzi di fronte alle continue minacce di morte.  Fortemente impegnata nella lotta per fermare la costruzione di quattro grandi dighe nel bacino del fiume Gualcarque, Berta Cáceres ha radunato i popoli indigeni Lenca (Honduras) e portato avanti una campagna per far valere i loro diritti in tema di approvvigionamento e irrigazione di acqua potabile nella zona.

Il progetto della costruzione della diga, realizzato dall’azienda locale Desa con il sostegno della cinese Sinohydro, era stato approvato in modo illegale senza consultare la comunità indigena dei Lenca, come previsto dalla legge internazionale.

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Parenti e amici portano la bara dell’attivista indigena Berta Caceres
Orlando Sierra-AFP / Getty Images

Il progetto idroelettrico cinese osteggiato da Berta Cáceres

Berta Cáceres era fondatrice e dirigente del Consiglio civico delle organizzazioni popolari indigene dell’Honduras (Copinh), con i quali iniziò una coraggiosa battaglia contro il progetto idroelettrico di Agua Zarca, sul Rio Gualcarque, un fiume ritenuto sacro da millenni, elemento vitale per la sopravvivenza, la spiritualità e la cultura dei Lenca, il popolo da sempre dedito alla custodia della terra e dell’acqua.

Nel 2006 alcuni membri della comunità di Río Blanco denunciarono l’ingresso di macchinari pesanti nelle loro terre e da lì iniziò la lotta, capitanata da Berta che, attraverso assemblee, marce pacifiche e  blocchi stradali, avrebbero piegato il colosso cinese Sinohydro, portando, nel luglio 2013, al blocco del progetto finanziato anche dalla IFC, International Finance Corporation, agenzia della Banca Mondiale.

Queste le sue parole: “In Honduras viviamo una situazione tragica. Aumentati i grandi investimenti del capitale transnazionale, con società vincolate al potente settore economico, politico e militare, queste politiche neoliberiste estrattiviste, è aumentata anche la repressione, la criminalizzazione e il saccheggio delle risorse delle comunità, che sono state cacciate con forza dai loro territori. Inoltre un apparato repressivo armato ha difeso gli interessi di queste società”.

James Nealon, ambasciatore degli Stati Uniti in Hondurasha detto in una dichiarazione dopo la morte di Cáceres: “Condanniamo con forza questo crimine spregevole” – “Gli Stati Uniti d’America richiedono un’indagine rapida e approfondita su questo crimine e tutta la forza della legge contro i responsabili.”

[ NYT ]

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