Il glifosato non è cancerogeno. Lo ha stabilito il Comitato per la valutazione del rischio dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa). Greenpeace non ci sta.
Glifosato, per l’ECHA non è cancerogeno. Greenpeace lancia allarme
L’ECHA, in sostanza, ha concluso che, secondo le prove scientifiche disponibili, l’erbicida non dovrebbe essere classificato come cancerogeno, mutageno o come sostanza con effetti sull’apparato riproduttivo, sia per gli animali che per gli esseri umani. Il Comitato di esperti conferma però che questa sostanza può causare gravi danni agli occhi e risultare tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata. Entro la fine dell’anno, la Commissione Ue e gli Stati membri decideranno se rinnovare o meno l’autorizzazione per il suo uso. Ma il rischio è altissimo.
Glifosato, Greenpeace: respinte evidenti prove scientifiche
L’accusa di Greenpeace è pesante. L’agenzia per le sostanze chimiche Ue – si legge in una nota dell’associazione ambientalista – ha respinto “lampanti” prove scientifiche sulla carcinogenicità del glifosato su “animali da laboratorio, ignorato gli avvertimenti di più di 90 scienziati indipendenti”, basandosi “su studi non pubblicati e commissionati dai produttori di glifosato”. Così, attacca Franziska Achterberg, dell’ufficio di Bruxelles dell’organizzazione ambientalista, “i cittadini e l’ambiente continueranno ad essere i topi da laboratorio dell’industria chimica”.
Glifosato, Greenpeace: si apre la strada ad il rinnovo di un erbicida rischiosissimo
L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) – sottolinea ancora Greenpeace – ha deciso di respingere le evidenze scientifiche che mostrano che il controverso diserbante glifosato potrebbe causare il cancro. La valutazione dell’ECHA potrebbe ora aprire la strada al rinnovo per ulteriori 15 anni dell’autorizzazione per l’uso in Ue di questo diserbante, classificato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC).
Greenpeace sottolinea, ancora, che questa conclusione dell’ECHA arriva nonostante le lampanti evidenze di cancerogenicità sugli animali emerse dai test in laboratorio e il parere contrario di oltre 90 scienziati indipendenti. Inoltre, la valutazione dell’ECHA si basa anche su studi non pubblicati commissionati dagli stessi produttori di questo diserbante.
Glifosato, Greenpeace: pesanti conflitti di interesse all’ECHA
«L’ECHA ha fatto un gran lavoro per spazzare sotto il tappeto le prove che il glifosato potrebbe causare il cancro», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia. «I dati a disposizione sono più che sufficienti per vietare il glifosato in via cautelativa, ma l’ECHA ha preferito voltare lo sguardo dall’altra parte. Ora spetta quindi all’Italia rimuovere subito il glifosato dai nostri campi, a cominciare dai disciplinari agronomici di produzione integrata, dato che persone e ambiente non possono diventare topi da laboratorio dell’industria chimica», conclude Ferrario.
Come avvenuto per il parere dell’EFSA, anche la valutazione dell’ECHA è stata preparata sulla base di un dossier iniziale redatto dall’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR). La valutazione sul glifosato effettuata da questo istituto è stata pesantemente criticata da ONG e scienziati indipendenti, secondo i quali è in contraddizione con le evidenze scientifiche.
L’ECHA è l’ente responsabile in Ue per la classificazione e l’etichettatura di sostanze chimiche pericolose. Secondo le regole comunitarie, una sostanza deve essere classificata come “probabilmente” cancerogena se è dimostrato che aumenti i tassi di cancro in almeno due studi separati condotti sulla stessa specie. Lo IARC ha trovato prove di un aumento delle incidenze di cancro in due studi sui topi, supportati anche da ulteriori evidenze, ma l’ECHA ha respinto tali evidenze.
Diverse organizzazioni per la tutela di salute e ambiente hanno inoltre sollevato preoccupazioni circa possibili conflitti di interesse all’interno della commissione incaricata della valutazione del glifosato dell’ECHA, e all’utilizzo per la propria valutazione anche di studi non pubblicati forniti dalle aziende.
Glifosato, Greenpeace: firma contro l’erbicida cancerogeno
Quasi mezzo milione di cittadini dell’Unione europea – sottolinea ancora Greenpeace – ha firmato in sole cinque settimane la petizione che chiede alla Commissione europea di vietare il glifosato in Ue, riformare il processo di approvazione dei pesticidi, e fissare obiettivi vincolanti per ridurre l’uso dei pesticidi nell’Unione europea.
Questo il link dell’Iniziativa dei cittadini europei per vietare il glifosato: http://www.greenpeace.org/italy/it/Cosa-puoi-fare-tu/partecipa/stop-glifosato/