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Green jobs, arrivano i disaster manager

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disaster manager

Le professioni più innovative della green economy? Disaster manager e avvocati ambientali. Secondo gli ultimi dati Eurispes, il 38,2% delle assunzioni programmate nel 2012 è venuto dal settore dell’economia verde. La Green Economy, secondo l’istituto di ricerca è caratterizzata da “un buon margine di espansione delle opportunità, a patto che i principali attori del tessuto produttivo, dagli industriali alle istituzioni, siano pronti ad investire nella formazione”. Come a dire, lo spazio per crescere c’è eccome, ma è necessario che istituzioni e imprese, congiuntamente, puntino sul settore.

Chi sono i disaster manager

All’interno di una platea lavorativa di difficile identificazione quantitativa (300.000 occupati secondo l’Isfol, un milione secondo la “Guida ai green jobs”) emergono professioni innovative come il “ disaster manager ”, vale a dire quella persona che si occupa di ridurre al minimo i danni provocati da eventi catastrofici (terremoti e alluvioni, ma in questo senso è possibile citare anche il caso della “marea nera” fuoriuscita dalla Deepwater Horizon nel 2010), l’avvocato ambientale e il certificatore energetico. Quest’ultimo è una figura necessaria dal 2005 nell’ambito della realizzazione di abitazioni.

Per spingere il più possibile l’occupazione “green” il governo ha previsto delle agevolazioni per le imprese, connesse all’assunzione di giovani sotto i 35 anni e legate ad un investimento non inferiore ad una certa cifra, variabile a seconda delle dimensioni dell’azienda. Il Fondo per l’occupazione giovanile, che permette di fruire di finanziamenti a tassi agevolati, dispone di 460 milioni di euro (di cui 70 destinati alla riqualificazione di determinate aree di Taranto).

Nello specifico, a richiedere un alto numero di interventi sono le aziende operanti nel campo della gomma, della plastica e della carta. Nondimeno, anche le imprese che operano nella meccanica sui mezzi di trasporto appaiono molto interessate ad investire in tecnologia green. Il più alto numero di investimenti, però, lo si riscontra nel settore delle imprese chimico-farmaceutiche (le quali, oltre a tutelare fattivamente l’ambiente, traggono anche indubbi vantaggi di immagine da operazioni di questo tipo). Il 41% di esse infatti sceglie di adottare tecnologia migliorative a livello ambientale. Ovviamente, maggiori sono gli investimenti delle aziende, maggiori saranno le possibilità di occupazione nella green economy.