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I Tète de Bois: «Saremo a l’Aquila per un modello nuovo di città»

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Tète de Bois Andrea Satta

I Têtes de Bois sono partiti da Novi di Modena, nel cuore delle zone terremotate dell’Emilia, i ciclisti della “lunga Marcia per L’Aquila”, che arriverà il 22 giugno nel cuore del centro storico della città. Lì incontreranno una carovana che arriverà da Roma in bicicletta, o i tanti che vorranno esserci. Ma soprattutto le associazioni e i cittadini dell’Aquila, gli “ospiti” che apriranno a tutti il centro storico e che sognano la loro città ricostruita a misura d’uomo.

I Tète de Bois: «Saremo a l’Aquila per un modello nuovo di città»

Proprio in Piazza Duomo la marcia terminerà con un concerto dei Têtes de Bois insieme a Francesco Di Giacomo: la band si esibirà con il suo particolarissimo palco a pedali, esemplare finora unico al mondo di ‘meccanismo artistico’ che trae la sua energia da 128 dinamo collegate ad altrettante biciclette. Naturalmente gratuito, il concerto è solo una scusa, avverte Andrea Satta dei Tète de Bois, per dare un appuntamento aperto a tutti al centro della città. La spedizione ha un obiettivo ben preciso: “Andiamo a L’Aquila perché lo vogliono gli aquilani ” – ha detto Satta, che insieme ai comitati locali e ai cicloattivisti romani sta organizzando la marcia ormai da mesi. “Diremo con loro che la città può rappresentare un modello nuovo di vita comune. Dovendo essere ripristinata totalmente, può diventare una scelta per il mondo, una città per i bambini con attenzione ai più deboli, al il tempo libero, una città che vive il suo perimetro e ritrova le sue antiche misure, quelle umane. La città de L’Aquila è stata offesa da cento imbroglioni e da mille parole, mentre noi siamo per L’Aquila che riparte, siamo per non tradire il diritto alle cose care, alle radici, agli amori personali”.

Il programma intero su:
http://www.lungamarciaperlaquila.it/lunga-marcia-per-laquila-2013/aggiornamenti/

E, di seguito, la nostra intervista al protagonista del gruppo musicale dei Têtes de Bois: Andrea Satta.

«Il palco a pedali? Un’idea per l’ambiente». Andrea Satta, dei Tetes de Bois, spiega non solo il suo personale modo di essere green ma come questo vada perfettamente all’unisono con le sue passioni: la musica e…la professione di pediatra.

La prima cosa da fare per affrontare un’intervista è quella di mettere insieme tutte quelle informazioni che possono darti un’idea il più possibile fedele del personaggio che dovrai incontrare. Nel caso di Andrea Satta, però, questo lavoro non è stato affatto semplice. Andrea è veramente un uomo eclettico: pediatra, scrittore, musicista e fondatore dei ‘Tetes de Bois’, uno che usa tutte le sue capacità per tentare di rendere migliore la vita della gente come medico e per attirare l’attenzione su molti temi sociali, come artista. L’abbiamo raggiunto telefonicamente mentre era in viaggio per Avellino con il suo gruppo per un concerto e la prima domanda c’è sembrata inevitabile.

C’è qualcosa nella tua vita che non sai fare? Qualcosa che proprio non ti riesce?

Si, in verità ce ne sono molte! Prima tra tutte sono uno che si dimentica le cose. Lascio sempre da qualche parte le chiavi della macchina o esco senza soldi. Nessuno di quelli che davvero mi conoscono si fidano di me in questo senso! Sarà che sono un idealista, uno con la testa tra le nuvole. Sono totalmente negato con la manualità e sono incapace di fare quei lavori che gli uomini fanno in casa, tipo aggiustare un rubinetto… è una cosa che mi fa soffrire, ma non c’è nessuna cura per questo! Poi certamente non potrei fare il commercialista!

Invece hai scelto di fare il pediatra…

Infatti! Amo molto il lavoro di medico ma credo che non avrei mai potuto fare altro se non il pediatra. E’ un lavoro che faccio con molto entusiasmo perché mi piace la gente e perché mi dà anche delle opportunità. Sono un pediatra che non si limita a dare delle semplici risposte alle richieste d’aiuto: mi piace approfondire…

Nel suo ambulatorio pediatrico nella periferia est di Roma, Andrea ha chiesto ad un gruppo di mamme soprattutto straniere, di far conoscere a tutte le altre le fiabe che raccontano ai loro bambini per farli addormentare. Da qui è nato “Ci sarà una volta” un libro pubblicato da Infinito Edizioni, i cui proventi sono stati destinati ad Emergency  per un progetto in Sudan. Ma Andrea è anche cantante e fondatore dei Tetes de Bois, un gruppo molto amato sia per la sua musica che per straordinarie performance che fanno spesso da sfondo ai loro concerti. Uno tra tutti, l’ormai famosissimo “palco a pedali”, concerto realizzato a impatto “zero”, con 128 bici al posto delle poltrone di platea ed altrettanti volontari a pedalare allegramente per tutta la durata dello spettacolo producendo così l’energia necessaria: doppiamente divertente!

Dunque, se sei un idealista, sarai perfetto per cantare! C’è sempre un messaggio che vorreste recapitare a chi vi segue e a chi viene a vedere i vostri concerti?

Fare il musicista e il cantante significa per me dare fondo a tutte le mie risorse, esprimermi e tirare fuori tutta la mia vena artistica. Ovviamente in questo mestiere il messaggio è fondamentale, perciò mi rendo conto che con i Tetes de Bois, abbiamo una grande responsabilità verso noi stessi e verso gli altri. Credo che sia necessario sempre puntare all’eccellenza, studiare tanto e suonare bene. A proposito del “palco a pedali”, tutto è nato per la nostra passione per quel mezzo straordinario che è la bicicletta. Oggi forse la stiamo riscoprendo, ma resta paradossalmente un mezzo rivoluzionario. A Roma, per esempio, è ancora molto difficile incontrare gente che gira in bicicletta, se vedi qualcuno che pedala in mezzo al traffico lo scambi per un extraterrestre.
Eppure specialmente oggi, in tempi di crisi, la bicicletta è una grande risposta: è versatile, veloce e fa risparmiare. Non a caso le amministrazioni evitano accuratamente di costruire delle piste ciclabili, altrimenti ci si accorgerebbe quanto sia inutile possedere e quindi comperare una macchina.

Da ecologista quale dimostri spesso di essere, c’è qualcosa di scorretto che fai nella vita di tutti i giorni, qualcosa che vorresti evitare e che proprio non ti riesce?

Bè, per questo ti ho già risposto: essendo uno che soffre di “distrazione cosmica”, mi capita di lasciare la luce accesa se esco da una stanza, mentre ci sono cose che non farei mai, tipo gettare la spazzatura dal finestrino della macchina… le cose basilari… insomma direi che non sono un modello di perfezione, ma a mia discolpa posso dire che fumo poco e giro spesso in bicicletta. Il mio alter ego potrebbe essere Carlo Amato (n.d.r.: musicista, compositore, arrangiatore e bla bla bla del gruppo), il più ordinato, il più efficace, quello insomma che ha tutte quelle qualità che io non ho.

Che ne pensi della situazione italiana in merito all’ecologia? Non ti sembra che siamo troppo indietro rispetto ad altri paesi?

Certamente… e posso aggiungere che la superficialità con la quale affrontiamo la tematica ambientale è assolutamente drammatica. Veramente, io non capisco proprio come sia possibile essere così disinteressati verso la sostenibilità ambientale, verso la cura dello stesso mondo in cui viviamo, verso il futuro di ognuno di noi! Sembra che ci sia sempre qualche altra priorità. La priorità di dover cementificare per esempio. L’Italia è un posto meraviglioso, con una natura bellissima, eppure di questo non ce ne frega proprio nulla. In questo caso sono fiero di dire di appartenere al partito del NO. Basta cemento, basta disattenzione! La mancanza di difesa dell’ambiente dovrebbe essere considerata un reato. Un reato anche il solo non battersi. C’è un’urgenza che ormai è a dir poco drammatica.
Credo fermamente che questa sia la vera battaglia della nuova generazione; stiamo vivendo una specie di “ritirata a tutela” invece dovremmo ridare dignità ai luoghi, riconquistare il territorio e anche fare delle proposte. Per esempio, in Italia ci sono un sacco di luoghi abbandonati tipo le ex caserme militari, quei luoghi in cui si esercitava la “leva”, che ora sono tutti abbandonati. Spesso sono posti con tanta natura intorno, Perché non realizzare delle aree protette? Troppo facile? Ad ogni modo mi sembra che ci sia anche un po’ di fermento, cominciamo forse a capire che dovremmo fare di più?

Questa intervista potrebbe durare ore… Andrea è loquace, capace di parlare di tutto, di cose importanti come di cose leggere, ma ritengo sia molto meglio vederlo all’opera. Se vorrete conoscere le date dei concerti dei Tetes de Bois sarà sufficiente cliccare sul loro sito: www.tetesdebois.it

Ma vorrei, comunque, segnalarvi la prossima data:
il 12 dicembre prossimo, alle ore 21.00 a Roma, sarà proiettato il film “Non mi avete convinto, Pietro Ingrao un eretico”, di Filippo Vendemmiati, con la colonna sonora dei tetes de Bois. 
Appuntamento all’”Apollo 11”, c\o l’Istituto Galileo Galilei, via Conte Verde. Zona Esquilino.