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In Nuova Zelanda il made in Italy per l’ambiente

In Nuova Zelanda si sta realizzando un progetto tutto italiano in difesa dell’ambiente. Un gruppo di ricerca guidato da Guglielmo Stecca sarà impegnato in un progetto sull’impatto delle dighe e sulla gestione e riqualificazione dei fiumi.

In Nuova Zelanda ricercatori italiani studieranno l’impatto sui fiumi

Si tratta di un nuovo progetto finanziato dalla borsa “Marie Curie – International Outgoing Fellowship”. L’obiettivo è capire come i fiumi rispondano ai cambiamenti indotti dai sedimenti trascinati dalle dighe e tentare di sviluppare dei validi strumenti che consentano di quantificare gli impatti delle dighe sull’ambiente anche per cercare di mitigarli.

La Nuova Zelanda è un Paese unico per la sua biodiversità

Proprio l’uso delle dighe è al centro di un intenso dibattito. Pertanto si tenta di capire quali possano essere le nuove strategie di gestione di alcuni fiumi europei interessati alla presenza di dighe proprio al fine di recuperarne la salute ambientale.

La Nuova Zelanda è un Paese unico per studiare i fiumi – spiegano gli scienziati – quasi in condizioni originarie. Anche perché proprio qui si sono prodotte poche alterazioni da parte dell’uomo, per questo i mutamenti indotti per i corsi d’acqua possono essere compresi al meglio per tentarne di limitare l’impatto negativo che eventuali alterazioni possano avere sull’ambiente. Il tutto grazie ad un progetto dell’eccellenza italiana.

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