Home C'era una volta Jack Marshall, il generoso

Jack Marshall, il generoso

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Il 20 settembre 1973 a Huntington Beach, in California, un infarto stronca la vita e la carriera del compositore e chitarrista cinquantunenne Jack Marshall, all’anagrafe Jack Wilton Marshall, un musicista che da tempo dedica gran parte delle sue risorse ad aiutare i giovani talenti della chitarra.

Una fondazione per ricordarlo

La sua morte inaspettata coglie di sorpresa l’ambiente musicale californiano che vorrebbe onorarne in qualche modo la memoria. Alla fine un’idea mette tutti d’accordo: istituire una fondazione a lui dedicata che abbia lo scopo di fornire aiuto e assistenza finanziaria agli studi dei giovani chitarristi. In questo modo gli amici perpetuano il ricordo di Marshall regalandogli un pezzetto d’immortalità. È un riconoscimento singolare per un artista poco conosciuto dal grande pubblico ma molto apprezzato dai colleghi. Inizia a suonare l’ukulele a dieci anni e a tredici scopre la chitarra attraverso le abili geometrie sonore di Django Reinhardt. Nel 1938, diciassettenne, lascia il natìo Kansas per spostarsi in California con la famiglia. Qui acquista la prima chitarra elettrica e inizia a suonare con l’orchestra della sua scuola. La sua abilità tecnica non sfugge agli addetti ai lavori che lo mettono spesso alla prova. Sostituisce occasionalmente Oscar Moore nel trio di Nat King Cole e suona al fianco di Art Tatum.

Tra ingegneria e musica

Dal 1940 al 1942 viene scritturato dagli studi MGM, ma la seconda guerra mondiale rivendica la sua partecipazione. Alla passione musicale affianca gli studi in Ingegneria e nel 1946, chiusa la parentesi bellica, riprende gli studi di ingegneria presso l’università del sud California. Fino alla laurea la musica è solo un divertimento. La sua posizione è destinata ben presto a cambiare. Terminati gli studi ingegneristici passa a quelli musicali. Studia orchestrazione e armonia con Albert Harris e riprende il suo vecchio posto negli studi della MGM. Lavora anche per la televisione e il cinema firmando oltre trecento tra colonne sonore e commenti musicali. Nonostante la giovane età ricopre il ruolo di direttore musicale nella sala di registrazione della Capitol e produce dischi di un gran numero di artisti. La sua attività concertistica diventa quasi un hobby, anche se si esibisce con regolarità a San Francisco ogni fine settimana. Il suo amore per la chitarra diventa una ragione di vita. Si dedica alla valorizzazione dei giovani e nel 1967 riesce a convincere i proprietari di un club di Burbank, il Dontes, a organizzare una settimana di jazz interamente dedicata al suo strumento cui partecipano i più famosi chitarristi d’America.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".