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L’8 giugno è la Giornata mondiale degli oceani

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La Giornata Mondiale degli Oceani è un giorno di festa globale per un futuro migliore, nata per contribuire alla sensibilizzazione di tutti, associazioni e singoli, verso lo stato dei nostri mari, l’8 giugno come tutto l’anno.

8 giugno, si festeggia la Giornata mondiale degli oceani

Individui e organizzazioni in tutto il nostro pianeta blu celebrano gli oceani all’insegna di “Healthy Oceans, Healthy Planet”, perchè la salute del globo dipende anche dalla salute dei suoi mari.

Prevenire l’inquinamento marino dalla piaga della plastica è l’impegno delle Nazioni Unite che promuove, per i festeggiamenti, eventi in tutto il mondo. L’interesse verso questo tema è cresciuto enormemente in ogni luogo da quando Ocean Project è nato, nel lontano 2002,  raggiungendo milioni di persone in tutto il mondo con centinaia di partner coinvolti.

Per la giornata mondiale degli oceani, fatti un selfie!

Un “selfie per il Mare” è una iniziativa di Ocean Project, una promessa pubblica per far conoscere al mondo il vostro impegno e convincere la gente a pensare a un’azione di conservazione a beneficio del mare e condividerla su scala locale e globale.

Fatevi un selfie mostrando cosa state facendo per il mare e condividere con il mondo! Pubblicatela su Twitter, Facebook o Instagram e taggate con #WorldOceansDay e #SelfieForTheSea.
Per vedere come funziona clikkate su Selfie for the Sea

Giornata mondiale degli oceani, un mare morto chiamato Mediterraneo

Il Mediterraneo è forse il caso più drammatico, ormai famoso per essere diventato un cimitero per migliaia di richiedenti asilo e migranti, probabilmente è anche il più inquinato del mondo intero.

Il Mediterraneo si estende su una superficie di 2,5 milioni di chilometri quadrati, un enorme lago salato aperto solo in due punti, il canale di Suez verso Oriente e lo Stretto di Gibilterra verso Occidente. Ciò implica che le sue acque hanno bisogno tra i 80 anni e 150 anni per essere rinnovarsi, in altre parole, una goccia di acqua inquinata rimane lì per un intero secolo senza possibilità di allontanarsi.

Aggiungete a tutto questo la sua popolazione totale e i milioni di turisti che visitano le sue coste ogni anno, avrete un totale di circa 340 milioni di persone concentrate nella zona costiera durante le stagioni di punta delle vacanze. Risultato: milioni di persone che sversano nelle sue acque i loro rifiuti solidi e liquidi domestici e urbani.

Tonnellate di benzina ogni anno per le attività industriali: raffinerie, prodotti chimici utilizzati in agricoltura come pesticidi, nitrati e fosfati, produzione di solventi, produzione di carta, vernici e plastiche, tintura, stampa e concerie, tutto finisce in mare.

E non dimentichiamo le attività marittime intense con il 30 per cento di tutto il commercio internazionale che avviene via mare. Basti pensare che circa 2.000 navi mercantili di oltre 100 tonnellate navigano in mare in qualsiasi momento, con un totale di 200.000 di navi che attraversano il Mediterraneo ogni anno.

Il mar Mediterraneo, come tutti i mari del mondo, è sotto pressione

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, gli oceani del mondo, la loro temperatura, la chimica, le correnti e la vita che si svolge al suo interno, sono i sistemi globali che consentono la terra abitabile per l’uomo.

“La nostra acqua piovana, il clima, le coste, gran parte del nostro cibo, e persino l’ossigeno nell’aria che respiriamo, sono tutti in ultima analisi, forniti e regolati dal mare.

Una visione più ampia del problema su: ipsnews.net