Home C'era una volta La Bardot condannata per odio razziale

La Bardot condannata per odio razziale

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Il 10 giugno 2004 Brigitte Bardot viene condannata per la prima volta da un tribunale francese con un’accusa infamante.

Un’accusa pesante

Non è la prima volta che la sex symbol che turbava i sonni dei benpensanti soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta si ritrova in tribunale. Questa volta però l’accusa non è simpatica né allude alla sfera delle libertà sessuali o civili. La Bardot, infatti, viene processata e condannata per “incitamento all’odio razziale”. La condanna è relativa a un libro nel quale l’ex attrice sostiene posizioni molto vicine a quelle che in Italia negli stessi anni caratterizzano gli scritti di Oriana Fallaci.

Contro gli omosessuali

La sentenza di condanna si sofferma, in modo particolare, su alcuni passaggi relativi all'”Islamizzazione della Francia” e quella che lei definisce «sotterranea e pericolosa penetrazione dell’Islam» nel paese d’oltralpe dove vive la comunità musulmana più grande d’Europa con oltre cinque milioni di persone. Nello stesso libro gli omosessuali sono definiti “fenomeni da baraccone” e si condanna la presenza delle donne nel governo. In precedenza Brigitte Bardot è già stata anche condannata per opinioni che sembravano giustificare i massacri di civili in Algeria.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".