- Non credo nelle favole. Ma amo leggerle, e mi piace scriverle. Non credo nel destino. Ma lo so affrontare. Il dolore, la paura, la guerra, la mafia, il terremoto, la malattia, la morte: esistono. Non serve a nulla guardare dall’altra parte, fingere di non vedere. Ma si può usare un altro punto di vista, che ha il potere di cambiare tutto …Ma Wondy sono io. –
Così si legge nella prima pagina del sito http://wondysonoio.org/, l’Associazione per la diffusione della cultura della Resilienza che si propone iniziative concrete come la realizzazione del Premio Wondy per la letteratura resiliente e più in generale eventi che puntino alla diffusione della lettura come strumento per approfondire tematiche sociali, perché i libri (grande passione di Francesca) sono fondamentali per comprendere la realtà ed esplorare punti di vista inconsueti.
Andiamo verso un futuro incerto. Non sappiamo se il cambiamento sia verso un’evoluzione della democrazia partecipativa, come segnalato già dal 2010 da Bernard Manin, oppure verso una nuova svolta populistica, ovvero nostalgica del totalitarismo, preda della propaganda e soggiogata dalla paura. Di fatto verso la diffusione della mentalità dei “giochi a somma zero”, propensa a cercare solo Ipersoluzioni, come direbbe Paul Watzlawick. In tutto questo l’atteggiamento migliore è la Resilienza, non una parola magica, ma uno stato dell’essere fatto di perseveranza e coraggio, di trasformazione della realtà verso un simbolico partecipativo ed empatico come per esempio l’arte e la letteratura.
In questo contesto si inserisce il Premio Wondy di letteratura resiliente che avrà la sua Cerimonia finale lunedì 5 marzo al Teatro Manzoni di Milano, ore 21.
Una notte di libri, musica e parole con Vanity Fair, serata speciale condotta da Ambra Angiolini insieme ad Alessandra Tedesco, con la partecipazione di grandi artisti e scrittori.
Sono sei gli autori finalisti che si contenderanno il riconoscimento, in rappresentanza di cinque diverse case editrici: Edith Bruck con La rondine sul termosifone (La nave di Teseo); Barbara Garlaschelli con Non volevo morire vergine (Piemme); Emiliano Gucci con Voi due senza di me, (Feltrinelli); Lorenzo Marone con Magari domani resto (Feltrinelli); Alessandra Sarchi con La notte ha la mia voce (Einaudi); Ilaria Scarioni con Quello che mi manca per essere intera (Mondadori).
La giuria tecnica, presieduta da Roberto Saviano e composta da Daria Bignardi, Paolo Cognetti, Ferruccio de Bortoli, Luca Dini, Donatella Di Pietrantonio, Chiara Fenoglio, Chiara Gamberale, Emanuele Nenna, Paola Saluzzi e Gianni Turchetta, avrà il compito di decretare la vincitrice o il vincitore, a cui saranno assegnati cinquemila euro e un’opera del pittore Luca Tridente, ispirata al concetto di resilienza.
Inoltre, accanto al riconoscimento della giuria tecnica, ci sarà anche un secondo Premio Wondy, assegnato dalla “giuria popolare”. Tutti possono votare sulla pagina Facebook dell’associazione culturale “Wondy Sono Io”, mettendo un “like” (un voto) o un “love” (due voti) alla foto della copertina del proprio libro preferito. Il titolo che il 4 marzo alle 23.59 avrà ricevuto più voti sarà proclamato vincitore della giuria popolare.
Il Premio Wondy – di letteratura resiliente è il riconoscimento letterario in memoria di Francesca Del Rosso, scrittrice e giornalista morta l’11 dicembre 2016, diventata nota con il nome di Wondy dopo la pubblicazione del libro Wondy – ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro (Rizzoli, 2014) nel quale raccontava, con coraggio e ironia, la sua lotta contro la malattia. L’iniziativa è promossa e organizzata dall’associazione “Wondy Sono Io”, creata dal marito di Francesca, Alessandro Milan, insieme ai suoi amici più cari ed è rivolta alle opere edite, scritte in italiano, che raccontano come fare fronte in modo positivo agli ostacoli della vita.
È possibile acquistare i biglietti per l’evento sul sito del Teatro Manzoni, all’indirizzo – www.teatromanzoni.it