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La Social Innovation migliorerà la nostra vita?

Social Innovation

La Social Innovation migliorerà la nostra vita? Stando al suo ultimo libro, Marco Crescenzi spiega com'è possibile

Come direbbero gli anglosassoni, “how you will make the difference in people life”. E forse è tutta concentrata in questa frase l’essenza più profonda della Social Innovation. Ma cosa intendiamo quando parliamo di Social Innovation? Per darne una definizione, potremmo dire che l’innovazione sociale riguarda nuove strategie, progetti ed idee che mirano alla soddisfazione di esigenze sociali di qualsiasi natura – dalle condizioni di lavoro e di formazione per lo sviluppo della comunità – e che puntano ad estendere e rafforzare la qualità della vita civile creando, al tempo stesso, interazioni e reti sociali. E proprio per comprendere al meglio come la Social Innovation può fare la differenza nella vita delle persone nei suoi vari aspetti, è particolarmente utile la lettura del libro curato da Marco Crescenzi, Social innovation e social business. Nuove relazioni per co-progettare il cambiamento e uscire dalla crisi (Graphofeel, 2012).

La Social Innovation

Social Innovation, vari significati

Scorrendo le pagine del volume, scopriamo che il termine Social Innovation può assumere significati diversi che vanno dalla formazione e dall’apprendimento a distanza alle tematiche riguardanti i cambiamenti climatici in atto nel nostro pianeta. O, ancora, dal co-design e l’uso del crowdsourcing all’innovazione sociale nel settore pubblico, dalle problematiche concernenti l’assistenza sociale e sanitaria alle politiche dell’integrazione linguistica e culturale così come il contrasto delle crescenti diseguaglianze sociali a quelle dovute alle “malattie del benessere” come, ad esempio, l’obesità, la sedentarietà e la dipendenza dalle droghe.

Come giustamente sottolinea il curatore nel prologo del libro, la Social Innovation “parla di comunità prima che di business, di cittadini prima che di mercati, di società prima che di social, di partenership tra attori prima che di ‘multinazionali sostenibili’, di Stato e di welfare come conquiste di civiltà”. Social innovation e social business passa così in rassegna alcuni dei settori dove l’intervento della Social Innovation sta cambiando e modificando i nostri abituali comportamenti così come quelli di attori sociali e produttivi come aziende, imprenditori, Terzo settore e pubblico soprattutto in un periodo di crisi economica.

Marco Crescenzi tra social innovation e social business

In particolare, Marco Crescenzi evidenzia tre punti di sintesi sul tema:

1) la centralità del bisogno sociale.Non basta risolvere i problemi. Occorre anche vedere il come e quindi le modalità di costruzione delle soluzioni; 2) il coinvolgimento di nuovi protagonisti (cittadini attivi, multinazionali, piattaforme comunitarie, creativi) nella scena sociale specie nell’apprestamento di alternative nelle tipologie di relazioni e di comunicazione. Per cui costruzione di “modelli di relazione efficaci, scalabili e replicabili”; 3) il “Power to People” ossia la disintermediazione e l’attivazione diretta degli attori sociali. Il che presuppone anche e soprattutto responsabilizzazione e partecipazione. Leggendo i vari interventi di studiosi, operatori ed esperti di Social Innovation non si può non rimanere stupiti di quanto ricco e fecondo possa essere l’adozione di nuovi strumenti per migliorare la qualità della nostra vita: costruzione di nuove reti sociali, investimenti “d’impatto” e modalità differenti per misurare il livello del nostro benessere. D’altro canto, lo scorso 21 marzo, il ministero dell’Istruzione ha lanciato la prima Social Innovation Agenda italiana. Un vero e proprio bilancio sulle politiche dell’innovazione sviluppate negli ultimi dodici mesi e una prospettiva per il prossimo futuro. Perché il futuro è già in noi stessi anche se non ce ne siamo ancora resi conto.

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